di Domenico Carbone
C’era una volta…è proprio il caso di dire. La storia con Livio dice che si trovava nei pressi di Acerina, l’attuale contrada agricola di La Cerina. Plinio il Vecchio racconta che lì si recava Annibale durante le guerre puniche per meretricio. La leggenda vuole, invece, che il condottiero cartaginese, di stanza da noi per rifornirsi di grano per gli uomini e di avena per i cavalli fosse là portato dall’amore per Illiria, una bellissima ragazza, che, osteggiata dagli abitanti del luogo,ne morì come “Alma dannata”. Quel territorio confinante con l’agro di Cerignola verso il mare, fra Zapponeta e Margherita, all’altezza di Torre di Pietra porta ancora oggi il nome molto evocativo di “Femmina morta”.
Di certo, la località si trova a 18 km di distanza a linea d’aria da Cerignola e che fra l’antica Acerina, le odierne La Cerina e Cerignola il collegamento linguistico dei toponimi pare convincente. Di sicuro è che gli scavi archeologici effettuati dall’Università di Foggia e dall’Istituto americano Davidson della North Caroline stanno confermando l’ipotesi che l’insediamento romano di Salapia, che si era già trasferito da La Cerina, si spostò ancora sul vicino Monte Salpi per ragioni di maggiore sicurezza o di salubrità.
Durante l’ultima campagna di scavi di giugno 2017 condotta da una equipe di studenti di varie nazionalità, la Sovrintendenza Regionale per i Beni archeologici suggeriva il coinvolgimento di altre realtà comunali per l’ampliamento del progetto, considerato che è tutta l’area, da Herdonia a Salapia, che dimostra la “romanitas” del territorio.
L’Istituto Tecnico Commerciale “Dante Alighieri “ e il Club per l’Unesco di Cerignola – che hanno costituito apposito modulo turistico nell’ambito dell’Alternanza Scuola/Lavoro per Salapia e la Zona Umida che si estende da Zapponeta a Siponto – si augurano che venga riscoperta questa località che sa d’antico, ma, a pensarci bene, anche d’avvenire.