Una morte “dignitosa: il punto di vista cattolico, laico e tecnico

Un pubblico dibattito alla luce di quando avvenuto nel processo al radicale Marco Cappato, susseguente alla sua decisione di autodenunciarsi affinché venga riconosciuto il diritto di decidere “una morte dignitosa”.

Un caso che ha scosso le coscienze di molti ma che, allo stesso tempo, ha creato interrogativi e dubbi nell’opinione pubblica.

Come in molti ricorderanno, proprio per l’enorme impatto pubblico suscitato, Cappato decise di accompagnare dj Fabo, un uomo completamente paralizzato dopo  un grave incidente, in una clinica Svizzera dove si pratica l’eutanasia. Rientrato in Italia si autodenunciò chiedendo il  riconoscimento al diritto alla “dolce morte”.

La Corte di Assise di Milano, dopo un pubblico dibattimento molto sentito, ha deciso di trasmettere gli atti alla Consulta, sollevando la questione di illegittimità costituzionale di parte del reato di istigazione e aiuto al suicidio.

La stessa Corte riconosce il “diritto a morire” e va oltre la tesi del PM che aveva chiesto l’archiviazione e poi l’assoluzione di Cappato.

Ieri pomeriggio, presso il Polo Museale di Cerignola,  si è tenuto un pubblico dibattimento per provare ad approfondire “il punto di vista cattolico, laico e tecnico”.

L’incontro, moderato dall’Avv. Giovanni Quarticelli, ha annoverato la presenza di Mons. Luigi Renna, Vescovo di Cerignola, del Dott. Francesco Bonito, Magistrato di Cassazione, dell’Avv. Stefano Pio Foglia, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Foggia, e dell’Avv. Tommaso Dilorenzo, Presidente dell’Ordine Forense di Cerignola.