di Domenico Carbone
Raffaele Solimine rientra a torto nella memoria collettiva – peraltro notoriamente debole – fra gli outsiders della beneficienza cerignolana dell’800.
Abbiamo approfittato del linguaggio sportivo per collocare Raffaele Solimine , insieme a Vincenzo Buchi, Giuseppe de Finis, Veneranda Fino e Anna Rossi , fra i comprimari delle tantissime iniziative assistenziali del nostro XIX secolo. A Solimine e al suo patrimonio di 256.000 lire e 18.000 di rendita (corrispondenti in terreni al valore approssimato dell’epoca di 200 ettari) si deve la istituzione di un ospizio per storpi, ciechi e anziani soli o abbandonati.
Se questo è il dato soggettivo del fabbricato di via XX Settembre , quello oggettivo – edilizio e formale – non gli è da meno. Si tratta, infatti, di una delle più leggiadre dimore della Città, al riguardo precisando che, pur in presenza di dubbi sulla sua destinazione, la disposizione interna depone a favore di un iniziale uso familiare. In ogni caso, è comune alle due ipotesi la presenza del contiguo giardino in cui si trovano tuttora piante e arbusti di varietà rare che, dopo anni di abbandono, sono stati rivitalizzati,una decina d’anni fa, dai tecnici del locale Istituto Agrario.
Descrivere il frontespizio è impresa ardua e semplice al tempo stesso. E’ ardua perché la dovizia e la qualità degli elementi estetici sono tali da dover scomodare studi importanti sugli stili architettonici; è semplice perché la mera osservazione, la veduta d’insieme dell’edificio ristora e può perdonare il parziale approfondimento.
Tutto ciò non esonera dal dire che, intanto, la parte centrale è arretrata rispetto ai due corpi laterali che le danno una profondità quasi di tipo scenografico; il cancello e la breve scalinata a due bracci sono opere che rimandano alle produzioni dell’artigiano-artista di un tempo, rispettivamente muratore e fabbro. Mezze colonne dividono la luce delle finestre, sotto le quali il richiamo architettonico prevede una doppia fila di simmetriche edicole. Gli spigoli della struttura, così come ogni angolo con raffinati elementi decorativi, sono segnati da lievi incavi, scanalature che raggiungono ,mediante capitelli dorici o simili , il primo e il secondo ordine di cornicione.
Non è un palazzo, ma una moderna “domus” , la Casa di Riposo per anziani “Manfredi e Solimine”.