Palazzi di Cerignola: Palazzo dei Gesuiti

di Domenico Carbone

Non si trattò di una presenza breve o a carattere esclusivamente missionario quella dei Gesuiti a Cerignola, per almeno due ragioni. La prima è di ordine materiale che conferma la natura stanziale della permanenza della Compagnia di Gesù.

L’imponenza del palazzo e la sua contiguità con la Chiesa del Purgatorio , infatti, sono il segno di una attività organizzata in un luogo scelto allo scopo e per tempi lunghi di esercizio. Allo stesso riguardo è significativa la ubicazione nell’attuale don Minzoni , vale a dire al di fuori della Terra Vecchia, dove peraltro operavano i monaci agostiniani. Tanto fa pensare che, essendo il borgo  in espansione demografica e urbanistica fuori le vecchie mura , i Gesuiti  vi abbiano intravisto un  fenomeno di crescita da accompagnare con  attività educative e sociali  tipiche del loro statuto. Il secondo motivo è di carattere territoriale, considerato che nello stesso periodo negli attuali cinque reali siti ( Ortanova, Stornara, Stornarella, Ordona e Carapelle) la penetrazione religiosa e sociale dell’Ordine fondato da S. Ignazio da Loyola è stata fondamentale per la nascita  di quelle comunità.

L’insediamento dei Gesuiti  fu voluto da Anna Mendoza, moglie di Carlo Caracciolo, Conte di S.Angelo del Lombardi e di Cerignola, e già vedova del marchese Lelio Carafa. Ma la circostanza più importante fu la pregressa presenza del gesuita Padre Girolamo Suriano, alto di intelletto e di fede, in gran stima presso i Mendoza.

Con l’arrivo   dei gesuiti a Cerignola cominciarono gli studi delle lettere, della musica, della teologia, sia pure nei ceti più facoltosi della comunità. E’ soltanto una opinione – e tale resta – quella per cui  da allora cominciarono a migliorare i costumi, ad istituirsi  rapporti sociali, a formarsi  relazioni pubbliche o di pubblico interesse che portarono Cerignola al progressivo passaggio da borgo a paese con una propria identità e conformazione urbana.