Marina di Lesina: minaccia, violenza sessuale, induzione e sfruttamento della prostituzione

I numerosi servizi di controllo del territorio posti in essere dai Carabinieri stanno avendo positivi riscontri, aumentando la fiducia dei cittadini. È quello che è successo nello scorso fine settimana a Lesina, dove alcune donne di nazionalità estera, costrette a prostituirsi, si sono presentate presso il locale Comando Arma per denunciare i propri aguzzini. Immediatamente sono scattate le indagini dei Carabinieri di San Severo, i quali hanno iniziato una serie di servizi di osservazione e pedinamento finalizzati a riscontrare quanto già ampiamente riferito dalle vittime.

Grazie al costante e attento monitoraggio del fenomeno, i militari hanno accertato che le denuncianti erano costrette a prostituirsi sulle strade del territorio, sistematicamente accompagnate da uno degli aguzzini che abusava di loro anche sessualmente, garantendone la protezione. Alle spalle del cd. “autista” vi erano altri due individui, un uomo e una donna, i quali gestivano la “contabilità” delle malcapitate, minacciandole di ritorsioni gravissime non avessero continuato a prostituirsi.

Dopo alcune conferme avute dal dispositivo investigativo in atto, anche in abiti civili, i militari dell’Arma sono intervenuti, nella flagranza, mentre le ragazze venivano riaccompagnate presso una abitazione di fortuna il località Marina di Lesina, dove versavano il provento della loro attività. Avuto questo ulteriore elemento, i carabinieri sono intervenuti bloccando l’autista e liberando le prime due malcapitate.

Subito dopo, gli operanti irrompevano all’interno del casolare riuscendo a bloccare anche altri due aguzzini che tenevano rigidamente controllate altre tre malcapitate, anch’esse immediatamente liberate.

Nel corso dei controlli, venivano acquisiti ulteriori elementi a carico dei tre rei, in particolare, venivano rinvenuti i libri contabili dell’attività illecita, appunti contenenti nel dettaglio l’incasso giornaliero di ogni singola donna, nonché il danaro provento dello sfruttamento.

I Carabinieri, rilevati gli schiaccianti elementi di prova a carico dei sospettati, per fissare ancora di più il quadro probatorio, hanno provveduto ad ascoltare le povere giovani, le quali hanno confermato e descritto nel dettaglio e con coraggio quanto ipotizzato dagli investigatori. A quel punto, cristallizzata la vicenda e le singole posizioni, i militari hanno effettuato un fermo di Polizia Giudiziaria nei confronti dei tre aguzzini e, su disposizione della Procura della Repubblica di Foggia, che ha condiviso appieno quanto accertato dai Carabinieri, hanno tradotto i fermati presso la casa circondariale di Foggia, in attesa della convalida del provvedimento.

Il Giudice, sulla scorta degli elementi raccolti dai militari ha convalidato il fermo e contestualmente ha disposto per tutti il divieto di dimora in Marina di Lesina (FG).

L’intervento risolutivo delle Forze dell’Ordine necessario a restituire la libertà alle povere donne che, costrette dallo stato di necessità, si sono trovate vittime di un sistema criminale messo in atto da malviventi senza scrupoli, è stato possibile grazie alla fiducia che le vittime hanno riposto nei Carabinieri che, da tempo, si stanno impegnando al massimo per ripristinare la giustizia e il senso di sicurezza in tutta la Provincia di Foggia.

Con l’odierna operazione di servizio è stato aggiunto un tassello in più al “puzzle della legalità”, che, da tempo, le Istituzioni tutte, stanno ricomponendo con volontà e sacrificio, grazie ai numerosi interventi preventivi e repressivi in tutto il territorio della Capitanata.