Un Patto a Sostegno della Domiciliarità è quanto chiedono le segreterie regionali dei sindacati confederali dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil, che da tempo sono impegnate nel denunciare le criticità del nostro sistema sanitario pubblico nazionale e regionale, impoverito in questi anni di aziendalismo esasperato, di risorse e di addetti, e le carenze dell’integrazione sociosanitaria, che avrebbe dovuto qualificare i servizi sociali e sanitari.
La drammatica emergenza sanitaria del Covid – 19, ha ancor più messo in evidenza l’inadeguatezza del sistema sanitario pubblico pugliese con effetti devastanti soprattutto nelle residenze per anziani, case di riposo e RSA, nonostante le insistenti denunce e le richieste di interventi urgenti da parte delle OO.SS. e delle categorie dei pensionati.
Nella ripartenza SPI, FNP, UILP regionali rivendicano per i propri anziani un sistema socio-sanitario integrato di cura e di assistenza, orientato sulla centralità della persona e sulla sua unicità, ed il diritto di scegliere dove e come invecchiare, senza perdere dignità, ruolo e identità. Il diritto di invecchiare a casa propria!
Per questo giovedì25 giugno, alle 09.30, a Bari (Villa de Grecis),hanno illustrato la piattaforma unitaria “Per una svolta nella sanità territoriale”
Spi, Fnp, Uilp Puglia chiedono e propongono interventi per
L’INVECCHIAMENTO ATTIVO E IN BUONA SALUTE: tempestiva attuazione della legge regionale n.16/2019 che individua nella famiglia e nella casa il contesto per garantire condizioni di vita ideali per la terza età. Gli over 65 rappresentano il 23% della popolazione pugliese. L’assistenza domiciliare integrata, organizzata sul territorio dalle Asl e dagli ambiti sociali, soddisfa solo 2,3% di coloro che ne avrebbero diritto.
LA DOMICILIARITÀ: potenziamento dei servizi territoriali, investimento di risorse finanziarie e personale per rendere esigibile il livello essenziale di assistenza (LEA) e avviare la sperimentazione di case famiglia, cohousing sociale, condomini a misura di anziano.
LA NON AUTOSUFFICIENZA: condivisione con le parti sociali del Piano Regionale sulla non Autosufficienza, che determini universalità e organicità negli interventi, che identifichi il bisogno assistenziale a seconda della gravità della disabilità,potenziando le reti di servizi per poter alleviare il carico di cura che grava maggiormente sulle famiglie. La tutela di chi assiste un congiunto deve prevedere almeno il riconoscimento dei contributi figurativi e corsi di formazione.
LE RSA E LE CASE DI RIPOSO: ripensamento del sistema di accreditamento delle strutture, applicando criteri di qualità e sicurezza per utenti e lavoratori, inserendo nelle attività di monitoraggio e di controllo la partecipazione delle famiglie, delle associazioni di volontariato e delle parti sociali.
LA CRONICITÀ: costituzione di un sistema di presa in carico in rete tra medici di base e specialisti con un ruolo centrale degli stessi nell’integrazione tra sanità territoriale (PTA), servizi sociali e ospedali.
LA MEDICINA TERRITORIALE:completarealizzazione dei PTA/PPA, integrazione con gli ospedali di comunità, potenziamento dei dipartimenti di prevenzione, dei presidi di medicina di genere, dell’attività delle unità speciali di continuità assistenziale (USCA), accelerazione della digitalizzazione anche a supporto delle cure domiciliari.
LE RETI DI SOSTEGNO:nei casi di perdita dell’assistente familiare, similmente a quanto previsto dai Progetti di Vita Indipendente- Dopo di Noi.