Nei giorni scorsi i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Foggia, unitamente a personale della Compagnia Carabinieri di Cerignola e dello Squadrone Eliportato Cacciatori Puglia, hanno proceduto al sequestro penale di ben 4.862 piante di marijuana, coltivate in un terreno sito in località Montaltino del comune di Cerignola (FG).
L’operazione antidroga compiuta ai Carabinieri costituisce l’esito di una mirata attività info-investigativa a seguito della quale, in un terreno in area demaniale, è stata rinvenuta l’intera piantagione coltivata a cielo aperto, i cui filari erano provvisti di un idoneo ed efficace sistema di irrigazione munito di un tubo portante, connesso ad un motore ed una pompa sommersa, il tutto illecitamente collegato ad un canale di bonifica.
Le numerose piante di marijuana sequestrate dai militari, del peso complessivo di circa 1.480 Kg, erano quasi pronte per essere tagliate e quindi essiccate, in modo tale da essere poi immesse sul mercato criminale degli stupefacenti. Al termine delle analisi qualitative e quantitative effettuate su alcuni campioni prelevati dai militari del Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti del Nucleo Investigativo di Foggia, la percentuale media di principio attivo è risultata pari a circa il 10%. Da tale dato, moltiplicato convenzionalmente per il numero totale delle piante sequestrate, quasi 5.000, è stata ottenuta la quantità totale di PAP (Principio Attivo Puro) approssimativamente ricavabile da tutte le piante secche, indicativamente pari a quasi 44 Kg, da cui sarebbe stato possibile poi ricavare circa 1 milione e 750 mila dosi medie singole.
Come previsto dalla giurisprudenza prevalente, la quantità di principio attivo puro rilevato sarebbe classificabile nell’ingente quantitativo e quindi rientrante nell’aggravante specificamente prevista della Legge sugli Stupefacenti (D.P.R. 309/90 e succ. mod.). Allo stato attuale, il maxi sequestro penale di marijuana è stato operato contro ignoti, ma gli investigatori dell’Arma sono al lavoro per risalire all’identità degli autori dell’illecita attività criminale individuata, che avrebbe fruttato sul mercato del narcotraffico almeno 10 milioni di euro.