Il sindaco Bonito interviene sulla situazione “ghetti” nel Basso Tavoliere

“È davvero straziante apprendere ciò che è successo oggi nel campo nomadi di Stornara, dove due bambini di 2 e 4 anni hanno perso la vita dopo un incendio divampato nella baracca che fungeva da casa. Mi associo all’appello del sindaco di Stornara, Rocco Calamita, alla cui comunità esprimo sincera vicinanza, affinché lo Stato prenda coscienza in via definitiva di una piaga sociale che sembra impossibile da sanare, perché troppo spesso il nostro territorio sembra condannato all’abbandono. Sono troppi, soprattutto nel Basso Tavoliere, gli insediamenti spontanei in cui non esistono i diritti fondamentali dell’uomo, non esistono condizioni igienico sanitarie idonee e non esistono tutele per i minori”.

“Quotidianamente nelle nostre città e nelle nostre campagne, dove generalmente si sviluppano le baraccopoli, si sfiora la tragedia perché una stufa o un fuoco acceso per riscaldarsi diventano una minaccia spropositata per i cittadini che abitano quei luoghi. A Cerignola contiamo tre grandi insediamenti informali: a Borgo Tre Titoli, che ormai i residenti, quasi tutti africani, chiamano “House Ghana”; in contrada Torretta e in contrada Ricucci”.

“Nonostante il lavoro instancabile delle associazioni di volontariato, dei servizi sociali, della Chiesa, quei ghetti – come quello dei “Bulgari” a Stornara o a Borgo Mezzanone o a Borgo Tre Titoli – rappresentano una bomba sociale che va considerata non più come emergenza o fatto straordinario, ma come dato strutturale di un intero territorio. Gli insediamenti spontanei sono parte delle nostre città e per questo vanno identificate soluzioni di sistema e non interventi-tampone. Non si tratta più di emergenza, ma di pericolosa normalità. Soprattutto in estate quando, con la concomitante stagione agricola alle porte, il fenomeno assume dimensioni difficilmente controllabili dagli amministratori”.

“Se una stufa diventa strumento di morte, se una casa diventa minaccia invece che simbolo della sicurezza familiare, se due bambini perdono la vita nel luogo  che dovrebbe essere il meno rischioso possibile, allora c’è da chiedersi in cosa, come Stato, abbiamo fallito”.

“Condivido l’appello del sindaco Calamita, del quale comprendo il dolore e la rabbia. Le nostre città richiedono un’attenzione particolare e un surplus di risorse umane prima che economiche, perché qui si annidano bisogni complessi, necessità perfino antitetiche e contraddittorie. Chiederò formalmente l’istituzione di un tavolo permanente alla Prefettura di Foggia, che si è sempre mostrata attenta alle istanze  del territorio. In questo giorno triste, la mia città tende la mano a Stornara e ai genitori dei due bambini tragicamente deceduti”.