Lunedi 18 Dicembre CNA ne discute con i sindaci della Capitanata presso la sal CONART al Villaggio artigiani di Foggia
E’ di una settimana fa la notizia della maglia nera assegnata alla provincia di Foggia, da il “ Sole 24 Ore”, per la qualità della vita, mentre ci avviamo a chiudere un nuovo anno con la conferma del calo demografico in gran parte dei comuni della provincia salvo qualche rara eccezione.
Alcuni Comuni sono ormai caratterizzati dal deserto imprenditoriale ed altri non riescono a spendere le risorse assegnate ai marginali per la promozione di nuove imprese. In questa situazione l’artigianato, che continua a rappresentare una fetta importante dell’economia della provincia di Foggia, non va meglio.
Nel 2009 l’artigianato nella nostra provincia contava su 11.019 imprese. La distribuzione tra i diversi settori vedeva una preminenza del comparto delle costruzioni con 3.913 (35,5%) imprese; a seguire il comparto manifatturiero con 2.541 (23%) imprese; il settore degli altri servizi tra cui i servizi alla persona con 1.662 (15,08) ed il settore dell’autoriparazione con 1.180 (10,71) imprese.
Il sistema delle imprese artigiane si presentava con tutte le debolezze dell’economia della Capitanata, passata dall’agricoltura ai servizi senza aver mai conosciuto un vero sviluppo industriale.
Molte ditte individuali, poche strutture consortili, preminenza delle costruzioni, scarsa capitalizzazione, un mercato di riferimento soprattutto locale e conseguentemente una scarsa propensione all’esportazione.
Il periodo 2009 – 2022 registra una riduzione del 14,5%, nel numero di imprese pari un saldo negativo di 2.352 imprese. In 13 anni nella nostra provincia l’artigianato perde 1/5 delle imprese del comparto. Sarebbe stato impossibile che tutto questo accadesse senza influire sul resto dell’economia e sul tessuto sociale.
L’artigianato, al pari del commercio di prossimità è parte della città e contribuisce a rafforzare la qualità di un centro urbano: Ne garantisce l’attrattività. L’artigianato garantisce servizi alle persone ed alle cose, è coinvolto nella manutenzione ed efficienza delle abitazioni e della stessa città: è parte dell’identità culturale dei luoghi. Per questo chi amministra una città, un paese, non può non farsi carico di verificare lo stato di salute dell’impresa artigiana.
Abbiamo voluto discutere di questo con gli amministratori di 6 comuni della nostra provincia: Maria Aida Episcopo, da poco eletta Sindaca di Foggia e chiamata ad amministrare la città capoluogo dopo lo scioglimento per mafia del consiglio Comunale. Un impegno gravoso che può essere assolto meglio se si tengono aperte le strade del confronto con la società civile ed il mondo della produzione. Francesco Bonito, Sindaco di Cerignola, giunto a guidare il Comune anche in questo caso dopo l’esperienza commissariale a seguito dello scioglimento per infiltrazioni mafiose. Una città complessa, con una economia agricola ma anche un consolidato sistema produttivo nell’agroalimentare. 2 Sindaci di medi centri. Matteo Vocale, Sindaco di San Nicandro Garganico e Raffaele Sciscio, sindaco di Vico del Gargano, nella cui economia è completamente assente l’esperienza industriale e l’artigianato può rappresentare una opportunità di rilancio attraverso la valorizzazione dell’identità territoriale. E per finire 2 Sindaci dei piccoli comuni della Daunia: Rocco Di Brina, Sindaco del Comune di Carpino e Gianfilippo Mignogna, Sindaco di Biccari, alle prese da anni con i processi di spopolamento che interessano queste aree ed alla ricerca di una nuova funzionalizzazione di centri urbani che hanno nella storia le loro radici e possono trovare nella tutela dell’ambiente e del territorio la nuova vision su cui crescere.
Tutti temi su cui l’artigianato può ed intende essere un interlocutore di primo piano semplicemente perché l’artigianato è l’impresa del territorio per antonomasia.
Alla fine della serata è previsto l’intervento del Presidente provinciale della CNA ANTONIO NUNZIANTE