Carceri: a Foggia, Taranto e Trani, si inizia ad abbattere i droni con fucili jammer

Nei giorni scorsi il SAPPE sindacato autonomo polizia penitenziaria, a seguito del sequestro di 14 telefonini e droga nel carcere di Foggia , salutò l’evento come un primo concreto tentativo da parte dell’amministrazione penitenziaria di controbattere i boss in carcere che in questi anni(grazie ad una politica ultragarantista) hanno trasformato le carceri in piazze per la vendita di droga e telefonini grazie all’utilizzo dei droni, nonché come centrali per dirigere i loro affari dal carcere attraverso proprio l’uso degli apparecchi telefonici. Sicuramente la battaglia sarà lunga e dura poiché i criminali possono disporre di fondi illimitati mentre le casse dello Stato non lo sono, ma la guerra per ridurre l’utilizzo dei droni per far entrare agevolmente materiale proibito segna un punto a favore della polizia penitenziaria. Infatti nella serata di ieri un drone che con il suo carico di droga e telefonini si avvicinava alle sezioni detentiveove sono rinchiusi i detenuti del Carcere di Foggia, è stato avvistato dal poliziotto in servizio sul muro di cinta eppoi fatto cadere a seguito di un colpo esploso con i fucili Jammer, da poco consegnati ad alcuni penitenziari pugliesi. Il fucile Jammer non è altro che un disturbatore di frequenza che manda in tilt il drone che a questo punto cade.

Che il trasporto di materiale proibito(droga, telefonini ecc.ecc.) con i droni sia il più preferito dai delinquenti è dovuto al fatto che ci sono meno rischi a far entrare in carcere tale materiale che finora era demandato a familiari di detenuti, oppure, purtroppo, a qualche poliziotto infedele.

Il drone bloccato ieri sera a Foggia, con il pacchetto che conteneva telefonini, droga, bilancini, sim cc.ecc. Il SAPPE ha avuto anche notizia di altre operazioni anti droni a Taranto(oggi) ove un pacchetto di droga è stato rinvenuto appena fuori dal carcere(nei giorni scorsici sono stati più avvistamenti); ieri mattina lunedi a Trani un drone è stato bloccato, anche in questo caso trasportava una pacchetto di droga, mentre nella giornata di sabato un altro è stato allontanato sempre grazie a questi fucili ”dissuasori”. Siamo ben coscienti che a fronte di alcuni droni “acchiappati” tantissimi altri riescono a sfuggire e portare a termine la loro missione, proprio per questo la lotta ai droni deve diventare una priorità.

Il commercio di materiale illecito trasportato dai droni e gestito dai boss, rappresenta un grave pericolo(come si diceva prima) sia perché hanno trasformato le carceri in piazze illegali per la vendita di droga e telefonini, sia perché una parte di tale materiale viene utilizzato per convincere tossicodipendenti o gente senza scrupoli, a compiere atti di violenza e di sopraffazione sia nei confronti di altri detenuti che della polizia penitenziaria, oppure compiere gesti che mettono in pericolo la sicurezza del penitenziario e di conseguenza del territorio. Proprio per questo abbiamo chiesto ai vertici del DAP di inviare nelle carceri il personale necessario da mettere sui muri di cinta che fino ad oggi sono stati completamente sguarniti; come pure in attesa di altre apparecchiature elettroniche per impedire le comunicazioni dei boss dal carcere , di dotare i penitenziari di reti da mettere alle finestre delle stanze(che servirebbero anche come zanzariere) nonché su tutte le aree all’aperto destinate ai detenuti; ciò al fine eliminare qualsiasi possibilità per gli stessi di avvicinarsi ai pacchi trasportati eppoi sganciati dai droni.

Vincere la battaglia per ristabilire la legalità si può fare, e la polizia penitenziaria è in grado di affrontare la sfida al fine di ridare legalità alle carceri nonché offrire una possibilità concreta ai detenuti che cercano di reinserirsi(art.27 costituzione).