di Domenico Carbone
Il palazzo era la residenza della possidente famiglia Tonti, per poi essere destinata in tempi moderni a sede della Pretura. E’ un fabbricato che nella sua eleganza e sobrietà rimanda all’affresco merlato di Simone Martini nella Sala del Mappamondo di Siena.
Si presenta da sé per l’ingresso importante subito alleggerito dalla facciata semplice sulla quale si alternano finestre bifore divise da colonnine e capitelli gradevoli esaltati dalla merlatura, dal colore e dalla complessiva tenuità delle forme : il tutto in armonia con il paesaggio urbano di una volta.
Ancora oggi, osservando le due formelle raffiguranti la cicogna che mangia il serpente”(simbolo di Cerignola) e “ la bilancia con i due piatti in equilibrio” (simbolo della giustizia), si ha la sensazione che lì dentro si svolge ancora qualcosa di importante.
La suggestione porta a rivedere l’affannoso “re di Cerignola”, come amava definirsi il ricco e beffardo Paolo Tonti, al cui patrimonio si deve il Duomo di Cerignola che porta il suo nome, cosi’ come fa immaginare il gran movimento di persone che frequentava il Palazzo di Giustizia fino agli anni novanta.
Sensazione e suggestione che sono un auspicio per il tempo che verrà, perché in quel fabbricato hanno preso posto due nuove speranze : l’ufficio pubblico di intermediazione fra la domanda e l’offerta di lavoro e il GAL (gruppo di azione locale) del Tavoliere che è la rinnovata agenzia di sviluppo territoriale.
L’uno e l’altro ente a ricordare il significato della cicogna che morde il serpente della disoccupazione e la bilancia come strumento di giustizia sociale.