Faida di Trinitapoli: arresti nei clan “Carbone-Gallone”

Alle prime ore di oggi, a Trinitapoli, Trani e Milano i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Foggia hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP di Bari su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di otto elementi di spicco dell’organizzazione criminale “Carbone-Gallone”, ritenuti responsabili dei reati di detenzione e porto illegale di numerose armi da fuoco, che secondo le risultanze investigative erano destinate ad essere utilizzate contro esponenti delle fazioni “Miccoli-De Rosa” e “Valerio-Visaggio” che si contendono, in contrapposizione al gruppo “Carbone-Gallone” il controllo del territorio quanto al compimento delle attività illecite nei comuni di Trinitapoli e San Ferdinando di Puglia. In esecuzione di tale ordinanza sono stati arrestati e tradotti in carcere:

  • GALLONE Giuseppe, nato a Trinitapoli il 31.08.1976, già censurato per numerosi delitti anche in materia di armi
  • CARBONE Vincenzo, nato a Barletta il 15.10.1982
  • DEL NEGRO Ruggiero, nato a Trinitapoli il 14.10.1975
  • GALLONE Cosimo Damiano, nato a Canosa di Puglia il 13.03.1980
  • PIAZZOLLA Raffaele, nato a Canosa di Puglia 26.03.1979
  • RESTA Armando, nato a Trani il 29.09.1971
  • SEBASTIANI Emanuele, nato a Catania il 4.02.1978;
  • SISTO Giuseppe, nato Trinitapoli il 17.04.1975.

Per tutti gli indagati è stata riconosciuta l’aggravante del metodo mafioso e della finalità di agevolare attraverso l’utilizzo delle armi la compagine di stampo mafioso riconducibile a Gallone Giuseppe il cui intento, quale emerge dalle indagini, era quello di scatenare una faida con gli altri gruppi criminali attraverso il compimento di numerosi omicidi: “questo ci serve per far capire che la guerra è tra loro e loro…. è morto uno a Trinitapoli, ora muore uno a San Ferdinando, e noi poi subito dopo un altro a Trinitapoli, di quelli che ci interessa a noi, e quelli dicono che la guerra è tra di loro”.

L’intento degli indagati, che pianificavano mirate azioni di fuoco in numerosi comuni pugliesi, non giungeva alle estreme conseguenze solo grazie ai pressanti controlli del territorio organizzati, in accordo con la Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, dai Carabinieri di Foggia e dai Comandi di Cerignola, Trani e Bisceglie. L’eccezionale attività di controllo delle forze dell’ordine ha consentito infatti di vanificare le numerose missioni di morte organizzate dagli indagati, così riaffermando la presenza dello Stato e interrompendo la lunga scia di sangue che ha tragicamente caratterizzato gli anni più recenti.