Fondi per accogliere donne vittime di violenza in beni confiscati alla mafia

Pezzano: “Abbiamo raccolto e vinto una sfida impegnativa; il riutilizzo sarà effettivo e tangibile”

Utilizzare beni confiscati alla mafia per accogliere e assistere donne maltrattate è l’obiettivo del progetto UN’ALTRA VITA presentato dal Comune di Cerignola e finanziato dal Ministero dell’Interno.

Sono due gli immobili individuati dall’assessorato alle Politiche sociali e che saranno ristrutturati e resi funzionali all’attivazione di un centro d’ascolto e di una struttura di accoglienza residenziale investendo i 375.000 euro assegnati all’esito dell’esame del progetto stesso.

I servizi sono destinati a donne sole o nuclei familiari composti da madre e figli minori, fino ad un massimo di 10 persone. A gestirli saranno enti del terzo settore con esperienza specifica e comprovata nella gestione di beni confiscati e nell’accoglienza di questi specifici soggetti deboli e a rischio.

Il centro svolgerà attività di consulenza psicologica e legale, sostegno, formazione, promozione, sensibilizzazione e prevenzione, orientamento e accompagnamento al lavoro. Cioè, tutto ciò che è ritenuto utile e funzionale all’emersione dalla violenza e dall’isolamento.

Il sostegno e le attività saranno il più possibile personalizzate per migliorare l’efficacia dell’azione. E, laddove si riscontrasse un’emergenza, sarà garantita l’ospitalità nella casa rifugio, per il periodo necessario al superamento dell’emergenza stessa.

L’ubicazione delle case nel pieno centro della città, inoltre, consentirà alle donne di mantenere o acquisire una certa autonomia e di favorire la loro piena integrazione sociale.

Altro elemento positivo: si favorisce la presa di coscienza della comunità rispetto all’utilità sociale della confisca dei beni prima posseduti da criminali.

“È una sfida interessante e impegnativa quella che abbiamo raccolto e vinto partecipando ad un avviso pubblico particolarmente complesso – afferma l’assessore alle Politiche sociali Rino Pezzano – che ci consentirà, finalmente, di restituire alla comunità due beni confiscati destinandoli all’assistenza di soggetti particolarmente deboli.

Il finanziamento ottenuto dovrà consentirci di attivare un processo di riutilizzo effettivo e tangibile degli immobili, anche superando le eventuali pressioni o, peggio, intimidazioni di chi li controllava in passato. E ciò dovrà avvenire favorendo una diffusa condivisione sociale degli obiettivi e delle attività di progetto, anche favorendo la partecipazione diretta della comunità al sostegno e all’integrazione delle vittime di violenza.

Abbiamo costruito le condizioni per operare e far operare al meglio – conclude il vice sindaco di Cerignola – e abbiamo il dovere di mettere a frutto pienamente l’opportunità offertaci dall’utilizzo efficiente ed efficace dei fondi europei che abbiamo saputo intercettare”.