“Nonostante i lavori di preparazione svolti dalla Commissione Ue e dalla nostra presidenza del Consiglio, l’uscita senza regole del Regno Unito dall’Unione avrà un pesante e inevitabile impatto sugli scambi commerciali. Per questo, sollecitiamo la messa a punto di strumenti straordinari di sostegno finanziario per i prodotti agroalimentari più sensibili e deperibili, a partire dall’ortofrutta”. E’ la richiesta avanzata dal presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, mentre aumentano le probabilità di una “hard Brexit” alla fine del prossimo mese di ottobre.
“Occorre riproporre i meccanismi di sostegno già attivati, a seguito del blocco delle esportazioni di settore sul mercato della Federazione Russa – sottolinea Giansanti – tenendo anche conto delle criticità in atto a livello internazionale con le crescenti tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina”.
A poche settimane dalla data fissata per il recesso del Regno Unito, Confagricoltura ha così rilanciato la richiesta già avanzata nei mesi scorsi alla Commissione europea, nell’ambito della “task force” per la Brexit istituita in seno al Copa-Cogeca, l’organizzazione a cui aderiscono le associazioni degli agricoltori e delle cooperative degli Stati membri.
Confagricoltura ricorda che il Regno Unito è il sesto mercato al mondo per l’importazione di prodotti agroalimentari, per un valore di oltre 56 miliardi di euro l’anno. Le vendite del “Made in Italy” di settore ammontano a 3,4 miliardi, con un aumento di oltre il 40% dal 2001 al 2017. Quello britannico è il nostro quarto mercato di sbocco a livello globale, dopo Germania, Francia e Stati Uniti.
“L’uscita senza regole del Regno Unito – conclude Giansanti – provocherà anche una riduzione della capacità di spesa del bilancio Ue di almeno 10 miliardi di euro nel 2020. E’ evidente che il conto da saldare non potrà essere presentato agli agricoltori europei. Vanno salvaguardati tutti gli impegni di spesa per il nostro settore, iscritti nel progetto di bilancio già licenziato dalla Commissione Ue”.