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Sabato 12 maggio presentazione libro di Domenico Carbone

Sabato 12 maggio, alle ore 19, presso la sala conferenze del Polo Museale Civico, ci sarà la presentazione del libro di Domenico Carbone “Cerignola nella Storia – Fatti, antefatti e personaggi”.

Nell’occasione sarà possibile conversare con l’autore dell’opera per ripercorrere e scoprire le tappe storiche attraverso le quali si è forgiata la Città.

E’ la vicenda di una Comunità dal punto di vista sociale, politico e religioso, osservata nel contesto più allargato della storia regionale, nazionale ed europea. E’ la storia civile di una cittadina che, situata al centro di un ampio territorio, ne è stata, di fatto, capoluogo geografico ed economico.

Crocevia , fin dalle origini, di strade e itinerari, Cerignola ha assorbito le influenze culturali dei traffici militari e commerciali e le ha mescolate in una sorta di caleidoscopio che proietta, tuttora, lampi di luce e coni d’ombra sulla odierna Comunità.

Conoscere la storia della propria Città aiuta a spiegare il presente e può indirizzare le scelte del futuro, individuali e collettive.

Perquisizione con arresto per spaccio

In ottemperanza alle direttive del Questore della Provincia di Foggia, gli uomini della Polizia di Stato hanno eseguito nella giornata del 3 maggio una perquisizione domiciliare presso l’abitazione di D. A.

Nel corso della perquisizione sono stati rinvenuti 27 gr. di sostanza da taglio e 4 gr. di cocaina. La perquisizione, anche grazie all’ausilio di un’unità cinofila, ha portato al ritrovamento di un bilancino di precisione e di tutto il materiale necessario al confezionamento delle dosi. Per tale ragione D.A. è stato condotto presso il carcere di Foggia.

Oggi il Premio Nazionale “Nicola Zingarelli”

Il Premio Letterario Nazionale “Nicola Zingarelli” è giunto alla X Edizione, intitolata “VEDERE LE PAROLE” ovvero “Il linguaggio della comunicazione per raccontare l’emozioni”. Non solo narrativa, ma anche cortometraggi.
L’evento è gratuito e rivolto a tutti, al solo fine di promuovere la cultura e le varie forme d’arte (musica, cinema, ecc.).

Di seguito  il programma della giornata di premiazione.

Programma SESSIONE MATTUTINA
…………..……………………………
CONVEGNO “VEDERE LE PAROLE”

h 10.00 – 12.30

Saluti istituzionali
Francesco Metta, Sindaco di Cerignola
Antonio Daddario, presidente Premio Zingarelli

Agli albori della lingua italiana: le emozioni nel Cantico delle Creature di Francesco d’Assisi
S.E. Mons. Luigi Renna

Vedere le parole in Dante
Giovanna Frosini, Accademica della Crusca, professore associato di Storia della lingua italiana all’Università per Stranieri di Siena, dove è Coordinatore del Dottorato di ricerca in Letteratura, Storia della lingua e Filologia italiana

Vedere le parole nella comunicazione
Michele Mirabella, professore in “Sociologia della comunicazione: Teoria e tecniche dei mezzi dicomunicazione di massa”, attore e regista

Vedere le parole nella Composizione Cinematografica
Matteo Bambini, regista

Vedere le parole nella natura
Onofrio Giuliano, Presidente Gal Tavoliere

Vedere le parole nella stampa
Natale Labia, giornalista e scrittore

Vedere le parole nella scrittura
Tommy Dibari, Docente di Scrittura Creativa presso il CIASU (Centro Internazionale Alti Studi Universitari di Bari)

Modera: Danila Paradiso, giornalista.

Ore 15,00 – 17,00
Visita al polo museale a cura della Pro Loco

Programma SESSIONE SERALE
…………………………………………………………..
TEATRO S. MERCADANTE, CERIGNOLA

h 20.30 Inizio della Serata di Premiazione

Cerimonia di premiazione dei vincitori della nona edizione del Premio Letterario Nazionale Nicola Zingarelli e dei Premiati Speciali “Non omnia possumus omnes”.

Esibizione alla chitarra del maestro Daniele Sardone.

Premiazione delle poesie degli alunni delle Scuole Primarie e Secondarie, che riceveranno una pergamena con motivazione e il vocabolario della lingua italiana “Lo Zingarelli Cambiamento” offerto dalla casa editrice Zanichelli.

Premiazione dei vincitori delle sezioni Poesia Inedita e Narrativa Edita che riceveranno la spiga d’argento in bagno oro, simbolo distintivo del Premio Zingarelli e della Terra di Cerignola, oltre ad una pergamena ricordo con motivazione.

Assegnazione del Premio del Presidente (pergamena e vocabolario)
conferito a: Giuseppe Dimiccoli, giornalista e scrittore
Matteo Bambini, regista

Assegnazione del Premio Speciale
“Non omnia possumus omnes” (Non tutti possiamo tutto) (spiga e pergamena) conferito a:
Giovanna Frosini, Accademica della Crusca, professore ordinario di Storia della lingua e filologia italiana

Michele Mirabella, Professore in sociologia della comunicazione, regista e scrittore

Natale Labia, giornalista e scrittore

Titti Bufo, soprano

Antonio Felice Uricchio, rettore Università degli Studi di Bari Aldo Moro
I conferiti riceveranno la spiga d’argento in bagno oro, simbolo distintivo del Premio Zingarelli e della Terra di Cerignola, oltre ad una pergamena ricordo con motivazione.

Durante la serata saranno eseguiti:
– Brani di musica d’epoca eseguiti dal maestro Daniele Sardone.
– Melodie classiche napoletane del repertorio dei maestri Antonio Raspatelli (voce) – Viviani Malgieri (mandolino) – Mariella Giuseppe (chitarra classica)

Buona “crescita culturale” a tutti

Un arresto per droga

Lo scorso mercoledì agenti di P.S. hanno intercettato una autovettura Fiat Punto di colore grigio con a bordo un soggetto già noto alle Forze dell’Ordine. Hanno quindi provveduto a fermare S.O. di Cerignola e nel corso della perquisizione hanno rinvenuto 575 g. di marijuana oltre a 670 euro in contanti.

S.O. era già sottoposto all’obbligo di firma ed è quindi stato accompagnato presso la Casa Circondariale di Foggia a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

L’acqua a Cerignola

Anticamente, gli abitanti di Cerignola attingevano l’acqua, bene indispensabile per la sopravvivenza, da profondi pozzi scavati con grande maestria, tanto lavoro e denaro, nei pressi delle proprie abitazioni. A conferma di ciò, diversi atti notarili che parlano di vendite di immobili dotati di pozzi d’acqua e cisterne per la raccolta di acqua piovana.

Nel secolo XIX, Cerignola fu dotata di un grande pozzo, posto sulla strada che dal largo Addolorata porta alla contrada Padula, infatti la via di cui parliamo è denominata tutt’oggi, via Pozzomaggiore. In seguito ne furono scavati altri due di minore capienza.

Nel 1870 circa, l’Amministrazione Comunale fece scavare un’ampia fossa sull’attuale piazza Pasquale Bona, nei pressi del palazzo Ducale, comunemente detto “Castello”, in cui far convogliare l’acqua piovana, operazione agevolata dalla pendenza della zona in questione.

Successivamente, nel 1905, l’Amministrazione Comunale deliberò la costruzione di chioschi per la vendita pubblica di acqua potabile. Essa arrivava dall’Acquedotto romano del Serino costruito in età augustea, intorno al 10 d.C. per risolvere il problema dell’approviggionamento idrico della città di Napoli, su carri-cisterna alla stazione di Cerignola-Campagna. Veniva versata in una condotta di piccolo diametro, collocata quasi sulla superficie del terreno, collegata con l’inizio della Strada Larga. Infatti lì sorsero due chioschi in ferro e pietra, uno gestito dalla signora Maria Episcopo in Cappabianca e l’altro dal signor Domenico Tomasicchio. Altri sorgevano in piazza del Teatro e in via San Lorenzo, alle spalle dello stesso teatro gestito da tale signor Matteo Daloiso.

Nei chioschi, l’acqua veniva aspirata con una pompa azionata a mano e venduta per pochi centesimi. Per anni i cerignolani che potevano permetterselo, si disponevano in fila attorno al chiosco di forma pentagonale, poggiavano “i cicen” o bottiglie o damigiane di vetro sulla mensa di pietra per alleggerirsi del peso, in attesa del proprio turno. Nel 1923, con l’arrivo dell’acqua direttamente dalle sorgenti di Caposele, attraverso l’impiantistica dell’acquedotto pugliese, scomparvero i pozzi e furono demoliti i chioschi, uno di essi fu ricollocato nella villa comunale, adibito a bar fino alla metà degli anni Cinquanta.

Giuseppe Pavoncelli: dalla terra sgorga il sogno dell’acqua nella piana di Puglia

L’opera venne caldeggiata, alla fine del secolo XIX, da alcuni deputati pugliesi, tra cui Giuseppe Pavoncelli, che ottennero la costituzione di una commissione di studio cui seguì il finanziamento e nel 1902 l’affidamento dei lavori in concessione, a seguito di una gara internazionale.

Nel giugno 1902 fu costituito il Consorzio per l’Acquedotto Pugliese e Giuseppe Pavoncelli fu nominato Presidente. La sua costruzione fu avviata nel 1906, con l’intento di risolvere il millenario problema della penuria d’acqua nella regione: già Orazio descriveva la Puglia come terra assetata: siderum insedit vapor siticulosae Apuliae (arriva alle stelle l’afa della Puglia sitibonda). Difatti, non essendo il sottosuolo pugliese ricco di acqua facilmente estraibile, da sempre veniva adoperata l’acqua piovana raccolta in cisterne, che non garantivano quantità sufficienti e la necessaria prevenzione da epidemie. Nel dicembre 1907 Pavoncelli inviò al Ministro dei lavori pubblici, Bertolini, la prima relazione sullo stato d’arte dei lavori per la costruzione dell’acquedotto. Evidenziò che i lavori andavano svolgendosi con tempestività e presto si sarebbero aperti altri cantieri con altrettanti scavi. Assicurò, quindi, che in tempi brevi le acque erompenti dalle sorgenti di Caposele, avrebbero raggiunto i campi della sitibonda Puglia. Da Ministro dei lavori pubblici, negli anni 1897-1898, si preoccupò di prevedere nei bilanci statali ingenti fondi per la costruzione dell’acquedotto.

L’acquedotto Pugliese è costituito da un complesso di infrastrutture acquedottistiche tra loro interconnesse. La prima importante realizzazione, che tuttora rappresenta la spina dorsale dell’intero sistema acquedottistico pugliese, è il canale principale, alimentato, dalle acque del Sele e, a partire dal 1870, da quelle del Calore.

Proprio per la sua diacronica realizzazione, la paternità dell’opera non può attribuirsi a un Governo in particolare. Il canale principale, con le sue diramazioni fino a Bari, fu praticamente completato prima dell’inizio della prima guerra mondiale. I lavori di costruzione subirono, successivamente, una lunga pausa, fino alla fine della guerra, quando l’Ente autonomo per l’acquedotto pugliese (EAAP) subentrò alla Società anonima Ercole Antico e soci, aggiudicataria dei lavori di costruzione.

La realizzazione dell’opera fu possibile grazie all’utilizzo di ingenti mezzi finanziari (125 milioni di lire dell’epoca) e materiali, per cui non mancò chi ebbe a pronosticare l’irrealizzabilità della stessa.

La galleria di valico dell’Appennino, da Caposele a Conza, fu ultimata nell’anno 1914 e intitolata a Giuseppe Pavoncelli. La sua lunghezza, al momento della costruzione era di 12.750 metri. Nello stesso anno 1914 furono già alimentati alcuni paesi della Puglia. A Bari la prima fontana fu inaugurata in Piazza Umberto I, il 24 aprile 1915, pochi giorni prima dello scoppio del primo conflitto mondiale. Solo dopo la fine della guerra, i lavori ripresero e l’acquedotto raggiunse le zone di Brindisi, Taranto, Lecce e, con la realizzazione della diramazione primaria per la Capitanata, anche Foggia. Nel 1911, nel primo anniversario della scomparsa di Giuseppe Pavoncelli, all’imbocco della galleria a lui intitolata, fu murata una lapide:

MCMXI

AD ONORE E RICORDO DEL SUO PRIMO PRESIDENTE

IL CONSORZIO DELL’ ACQUEDOTTO PUGLIESE

VOLLE CHE

ALLA GRANDE GALLERIA DELL’ APPENNINO FOSSE DATO IL NOME DI

GIUSEPPE PAVONCELLI

TENACE PROMOTORE DI QUEST’OPERA

DI CUI IL MONDO

NON RICORDA EGUALE

Il grande evento per Cerignola si sarebbe potuto verificare anche alcuni anni prima se i lavori non fossero stati sospesi per circa tre anni per la mancanza di fondi per lo scavo del terreno e messa in opera degli ultimi tre chilometri di tubazione, su via Melfi.

Per interessamento dell’on. Giuseppe Caradonna fu riaperto il cantiere e raggiunto l’inizio di via Assunta ove ci si trovò di fronte ad una galleria rivestita di tufo di Canosa, che, probabilmente, partiva dal palazzo Ducale. Per raggiungere la masseria Ciminarella, dove si erano interrotti i lavori, bastò così collegare fra loro le tubazioni e completare la condotta. Fu per questo motivo che alle estremità dell’arteria che poi sarebbe stata intitolata al genio livornese Pietro Mascagni, furono posti dei termini litici che servono, ancora oggi, a vietare il passaggio di mezzi pesanti, ed evitare eventuali sprofondamenti dovuti al peso.

Durante il fascismo, furono realizzati altri tronchi a servizio di zone non ancora raggiunte dall’acquedotto. L’opera terminale fu inaugurata poco prima dell’inizio della seconda guerra mondiale dallo stesso Benito Mussolini.

L’ Acquedotto pugliese, sin dagli inizi dell’erogazione dell’acqua, istituì a Cerignola un primo reparto di dipendenti con sede al palazzo Grillo, sull’attuale corso Moro, angolo via Plebiscito, diretto dall’ing. Palazzo. Successivamente si trasferì su viale di Levante (viale Borsellino) n.56, e infine, si diede una sede autonoma, dotata di tutti i conforts, in via Venezia, traversa di via dei Mille, inaugurata il 12 gennaio 1984 dal presidente dell’Ente Emilio Lagrotta e intitolata all’on. Aldo Moro fautore del potenziamento dell’Ente.

E finalmente arrivò…

il primo getto dell’acqua del Sele.

La cerimonia del primo getto d’acqua proveniente dalle sorgenti del Sele si svolse a Cerignola domenica 7 ottobre 1923. La popolazione cerignolana vide zampillare, per la prima volta, un’alta colonna argentea di acqua che raggiunse i 18 metri d’altezza, sotto lo sguardo materno della Sua Protettrice Maria SS. di Ripalta. Infatti, quel giorno fatidico, il Vescovo monsignor Giovanni Sodo, accompagnò in processione la Sacra Icona che valicò per la prima ed ultima volta i monumentali cancelli della Villa Umberto I, che la mano distruttrice dell’uomo, negli anni Ottanta, rimosse, senza scrupolo, insieme alla monumentale e storica fontana, che tante generazioni aveva visto e accompagnato nelle vicissitudini quotidiane di ogni cerignolano.

La madrina della cerimonia fu Teresina Mansi, la quale infranse la bottiglia di spumante delle rinomate Cantine Pavoncelli sulla scogliera circolare che delimitava la fontana e che assistette al potente getto d’acqua illuminata da luci colorate, che brillavano in quella sera autunnale.

Casa Pavoncelli era rappresentata ufficialmente dall’onorevole Giuseppe Augusto Pavoncelli, figlio del Ministro e padre di Gaetano Pavoncelli, a sua volta padre dell’ultimo degli eredi il Conte Stefano.

Assistettero alla cerimonia l’onorevole Giuseppe Caradonna e il comm. Gaetano Postiglione che non fecero mancare la loro valida ed autorevole collaborazione al completamento dei lavori della costruzione della rete dell’acquedotto pugliese, insieme all’infaticabile opera degli ingegneri Manfredonia, Della Corte ed Abassi.

In prima fila il Sindaco di Cerignola avvocato Domenico Farina con la signora Albina Siniscalchi che dedicò tutto se stesso non solo per veder zampillare nella sua città natale l’acqua ma anche per essere riuscito ad ottenere la posa in opera di diverse fontanine in più rioni della città.

Tra le autorità l’on. Eugenio Maury, il Prefetto di Foggia Lozzi, il sottoprefetto, il Presidente della Deputazione Provinciale Canelli, il Generale della Milizia Nazionale Fascista d’Alfonso, il console Eugenio Caradonna, il commissario di Pubblica Sicurezza cav. Rossi, il presidente del Circolo “Ofanto” cav. Leonardo Specchio, il presidente del Circolo Nazionale avv. Alfredo Caradonna, i giornalisti Mario Frejaville del “Mezzogiorno”, l’avv. Vito Resse della “Tribuna”, il cav. Matteo Strafile della “Gazzetta di Puglia”, il cav. Giovanni Rinaldi del “Giornale d’Italia”, il prof. Pierantonio del “Corriere Italia Uno”, il rag. Daniele Cellamare de “L’Impero”, il presidente della sezione combattenti di Cerignola ten. Spezzati, l’on. Araldo Di Crollalanza e tanti altri.

Nei discorsi fu ricordato l’on. Giuseppe Pavoncelli, primo Presidente del Consorzio per l’Acquedotto Pugliese. Il comm. Canelli, Presidente della Deputazione Provinciale di Foggia lesse il messaggio diretto al Sindaco della città. Seguì l’intervento dell’on. Giuseppe Caradonna il quale, con il suo stile vibrante e alato, sintetizzò l’iter della complessa opera realizzata, ringraziando soprattutto l’on. Antonio Salandra, instancabile sostenitore. L’on. Gaetano Postiglione ripercosse le attività del governo fascista tutto intento allo sviluppo economico del Mezzogiorno. Seguirono gli interventi dell’on. Eugenio Maury, del Prefetto Lozzi, del sindaco Domenico Farina e dell’on. Giuseppe Augusto Pavoncelli.

Al termine fu letto il telegramma del Duce:

La cerimonia che ti appresti a compiere è segno certo della precisa volontà del Governo Fascista di portare a compimento l’opera di ricostruzione nazionale e di provvedere con rapida attuazione ai bisogni dell’Italia; porta il mio saluto fascista ai convenuti.” Nella sala consiliare del palazzo municipale ebbe luogo un banchetto offerto dall’Amministrazione Comunale a cui furono invitati oltre ottanta commensali, in un’atmosfera di festa e una sala adorna di fiori e foglie d’edera.

Le fontane dislocate nei rioni cittadini

Dopo il 1923, l’Amministrazione Comunale e l’EAAP, Ente Autonomo Acquedotto Pugliese, stipularono una convenzione per la posa in opera in città di ben ventisei fontane pubbliche. L’Ente si sarebbe accollata la spesa per la fornitura, la posa in opera e la manutenzione delle fontane e delle caditoie di scolo, mentre l’Amministrazione Comunale avrebbe sostenuto la spesa per la realizzazione della conca fatta di pietre laviche dove, al centro, sarebbe stata posta la fontana, oltre al consumo dell’acqua, monitorato da un apposito contatore. Le fontane portavano le date 1914 o 1915, anni in cui iniziò l’erogazione dell’acqua nella Regione e quindi facenti parte di una unica commissione fatta per l’intera Regione Puglia e recavano sulla parte anteriore il Fascio littorio. Le fontanine erano uguali per forma ma diverse per funzionamento. Simili ad una colonna circolare con coperchio a cupola sull’estremità superiore per permettere l’ispezione e la riparazione delle stesse. In basso una conca circolare per la raccolta dell’acqua. Dotate di un rubinetto a getto continuo o con chiusura a farfalla o anche di un pomello laterale girevole per dosare il getto dell’acqua, oppure un pulsante in ottone da spingere. Furono poste nelle seguenti strade:

1. via Salnitro, intersezione con via Cesare Abba – cappella di San Matteo;

2. via Palmisano – angolo via Tredici Italiani;

3. viale XXIV maggio, intersezione con via V Addolorata, sacrestia della chiesa Maria SS. Addolorata;

4. viale XXIV maggio, intersezione tra via Leonardo da Vinci e via Galileo Galilei;

5. piazza San Menaio – chiesa Maria SS. Ausiliatrice;

6. via dei Sanniti, intersezione con via Esterno Chiomenti e via de Martinis e Tonti – nei pressi della chiesa di San Gioacchino;

7. via Brancaleone – inizio di via San Leonardo;

8. via Vittorio Veneto – altezza di via Virgilio;

9. via Masaniello, davanti all’ingresso del Carcere mandamentale;

10. piazza Guglielmo Marconi, intersezione con via Eugenio Curiel;

11. via Sardegna, traversa di viale di Levante, nei pressi della vecchia chiesa di Cristo Re;

12. via Giovenale – di fronte al campo sportivo;

13. via Ortale San Domenico – angolo vico 3° Melfi;

14. largo San Rocco, detto “u largh d Specchie” – traversa di via Pavoncelli;

15. via Filangieri – angolo via Po;

16. via XXV aprile;

17. via Bari – angolo via Giardini Cappuccini;

18. via Piave;

19. piazza Firenze;

20. Largo Portella – Terra vecchia;

21. via don Minzoni, incrocio tra via Giovanni Bovio e via Maria SS. del Carmine;

22. via piazza vecchia, davanti all’ingresso laterale della Chiesa Madre;

23. Cerignola Campagna – davanti all’ingresso dell’edificio scolastico rurale “Adua”;

24. via Tredici Italiani, piazzetta attigua all’arco di “Carvutt”;

25. Largo Mulini d’Amati, nei pressi della chiesa Evangelica;

26. Villa comunale.

E nel 1926 fu costruita a Cerignola la prima fontana a getto multiplo, quella che comunemente è conosciuta come “dieci fontane”, riservata agli “acquaiuoli” di professione. Essi erano dotati di particolari chiavi per aprire le cannule e riempire “le mandegne” che poi venivano trasportate sui “traini” con cavalli per versarle nelle “rasole” di cui erano dotate le famiglie che pagavano 5 centesimi per ogni barile.

È doveroso precisare che non si conosce il motivo della denominazione “dieci fontane” dal momento che le cannule non sono mai state dieci. Infatti, da una foto in nostro possesso, rintracciata nei meandri di quel “mostro” che è internet, dall’amico Giovanni Montingelli, e che non possiamo pubblicare in quanto coperta da copyright, si evince che, originariamente, erano solo sei, e in seguito diventarono otto come riporta lo storico Luciano Antonellis nel suo libro “L’acqua tra risorsa e problema” del 2008. L’opera in cemento era sovrastata, al centro, dallo stemma della città, in pietra, poi rimosso.

Tra le fontane alle quali i cerignolani erano legati, ricordiamo quella di via Brancaleone, nei pressi di via Osteria Ducale, all’inizio di via San Leonardo, detto Corso vecchio, chiamata “la fundein du pesc” dove, secondo molti, scorreva l’acqua più fresca della città e dove i negozianti erano soliti attingere l’acqua, per le pulizie delle proprie botteghe, soprattutto macellerie e bancarelle per la vendita della frutta e del pesce.

Su via Benito Mussolini, poi via XXIII marzo, anno di fondazione dei Fasci di combattimento, attuale via Vittorio Veneto, all’inizio del marciapiede che fa da spartitraffico, fu installata una fontana a forma di Fascio littorio con una spesa di £. 300.000.

Ricordiamo ancora la fontana del rione San Gioacchino, detta “la fundein du largh di don Curred” perché su quella piazzetta abitava il canonico don Corrado Bavaro; negli anni Ottanta fece posto alla statua di San Gerardo Maiella che si venera nella vicina chiesa di San Gioacchino. La fontana su viale XXIV Maggio, all’incrocio con via Galileo Galilei, detta “la fundein d’ Taludd” dove si fermavano i viaggiatori provenienti dalla stazione di Cerignola – Campagna.

Ma tanti ricordi sono legati a quella della villa comunale, situata nei pressi dell’orinatoio e del cinema all’aperto. Era circolare, con al centro una palla di pietra, alla cui base scorreva l’acqua, e dotata di quattro zampilli. Bastava che uno di questi venisse tappato con un dito così da aumentare il getto degli altri zampilli, facendo bagnare il malcapitato. Erano i giochi innocenti di una volta.

E come non ricordare coloro che riempivano l’acqua con due secchi di latta poggiati all’estremità di un asse, ben equilibrati e issati sulle spalle e che trasportati nelle proprie case, sarebbero serviti per il bucato, la cucina e pulizia della casa.

Intorno, ad esse nascevano si, piccole scaramucce che a volte degeneravano, per la precedenza nell’attingere l’acqua, ma anche amori, quelli non mancavano mai. Infatti, i giovani fidanzati erano soliti darsi lì appuntamento con le proprie amate, che raggiungevano la fontana con la scusa di riempire i secchi d’acqua. Potremmo dire: quanti amori sono nati all’ombra delle fontane! Quindi la storia delle fontane è tradizione ma anche poesia ed amore.

Nel tempo, sia per contenere il consumo dell’acqua e anche perché, oramai, nessuna abitazione era sprovvista di acqua e fogna, le Amministrazioni Comunali disposero la rimozione della gran parte di esse.

Attualmente sono ancora esistenti ma non funzionanti le seguenti fontane: piazza San Menaio, viale XXIV maggio – angolo via Galileo Galilei, via Piazza Vecchia – davanti all’ingresso laterale della Chiesa Madre, via Ortale San Domenico – angolo vico 3° Melfi, via Salnitro – angolo via Cesare Abba.

Incontro con il Movimento Cinque Stelle

Domenica 6 maggio alle ore 11:00, nei pressi di Piazza della Repubblica a Cerignola, saranno presenti i parlamentari (M5S) Marco Pellegrini, Rosa Menga e Giorgio Lovecchio per un incontro con i cittadini.

I  neo-parlamentari intendono così ringraziare coloro che hanno sostenuto la propria candidatura, cercando di ascoltare le necessità locali per farsi promotori nelle sedi competenti. La cittadinanza è invitata.

M5S contro Azzardopatia, lettera ai Sindaci di Capitanata

Il Movimento 5 Stelle Puglia, da sempre in prima fila nel contrasto al gioco d’azzardo, torna ad occuparsi del fenomeno in provincia di Foggia. Rosa Barone e i parlamentari M5S della provincia Faro, Giuliano, Lovecchio, Menga, Naturale, Pellegrini e Troiano, hanno scritto al questore e ai sindaci di Capitanata chiedendo di verificare, in riferimento alla L. R. 43/2013, se le distanze tra attività esistenti, e quelle in corso di autorizzazione, rispettino le previsione di legge per il contrasto all’azzardopatia. “Questa iniziativa – dichiarano i pentastellati – che siamo determinati a portare nelle istituzioni, nasce su impulso dei Meetup del territorio. Intendiamo sapere dai sindaci di ciascun comune, se vi sia una verifica delle distanze pedonali esistenti tra le “sale slot” o “sale vlt” e gli istituti scolastici di qualsiasi grado, luoghi di culto, oratori, impianti sportivi e centri giovanili, centri sociali o tutti quei luoghi ritenuti in un certo qual modo “sensibili”. Ed intendiamo sapere dagli organi preposti al controllo e all’autorizzazione se vi sia stata una verifica delle distanze esistenti al momento del rilascio dei provvedimenti autorizzativi in sede di primo rilascio o di rinnovo. La normativa è chiara e parla di una distanza di almeno 500 metri. Ci auguriamo il pieno rispetto della normativa regionale così come di quella nazionale.” L’azzardopatia è una piaga sociale che va affrontata seriamente e, in Puglia, presenta dati inquietanti. Una inchiesta guidata mesi fa dal Gruppo Editoriale “L’Espresso”, relativi all’enorme giro di affari del gioco d’azzardo per video-lottery e slot-machine nel nostro Paese, ha fotografato un dato allarmante per la nostra regione. Solo nella città di Bari, nel 2016 (anno cui si riferiscono gli ultimi dati disponibili) sono stati spesi in giocate a questi infernali apparecchi 257,46 milioni di euro, a Foggia 62,30 milioni. “Questi numeri spaventosi – proseguono i cinquestelle – dimostrano come il fenomeno, e la diffusione crescente delle azzardopatie, stia diventando una vera e propria emergenza sociale che colpisce spesso le fasce più deboli e più fragili della popolazione che, così, rischiano di entrare in un tunnel di disperazione che coinvolge drammaticamente anche i rispettivi nuclei familiari. Basta notare, da un lato, l’indifferenza del Governo centrale che non scoraggia affatto l’utilizzo di questi apparecchi e anzi lucra sul fenomeno attraverso il Monopolio e, dall’altro, l’immobilismo degli enti locali che fanno ancora troppo poco per contrastarlo, dimostrandosi – concludono – ancora troppo permissivi nei confronti di quegli esercenti commerciali che ospitano questi apparecchi.”

Sportiva…Mente 2018: fiore all’occhiello della ASL Foggia

È stato presentato questa mattina, in conferenza stampa, il programma della decima edizione di “Sportiva…Mente – l’utopia possibile”, la manifestazione organizzata dal Centro di Salute Mentale di Troia dell’ASL Foggia, in collaborazione con l’associazione “Tutti in volo” e con i comuni di Troia e Lucera, il GAL “Meridaunia” di Bovino e la Pro Loco di Troia.

Sportiva…Mente rappresenta un grande contenitore con, al suo interno, una serie di azioni che hanno come obiettivo finale la lotta all’esclusione sociale di donne e uomini in condizioni di estrema fragilità, affetti da disagio psichico.

Sportiva…Mente è un fiore all’occhiello per questa Azienda – ha esordito il Direttore Generale della ASL Foggia Vito Piazzolla -. È un appuntamento che tutti aspettiamo con entusiasmo perché credo davvero che funga da trait d’union tra la riabilitazione e il reinserimento sociale nonché, mi auguro, lavorativo”.

Alla conferenza stampa hanno partecipato il sindaco di Troia Leonardo Cavalieri, il responsabile del CSM di Troia Giuseppe Pillo e la presidente di “Tutti in volo” Rosaria Caputo che affianca, con grande impegno, il Centro di Salute Mentale nella organizzazione di Sportiva…Mente sin dalle prime edizioni.

Porto il saluto della città – ha commentato Cavalieri – e un ringraziamento particolare da parte di tutta la cittadinanza per il lavoro svolto quotidianamente dagli operatori del CSM di Troia, un Servizio che è diventato parte integrante della comunità”.

Troia, infatti, insieme a Lucera, ospiterà, dal 9 al 12 maggio, come d’abitudine, le numerose iniziative in programma.

Il 9 maggio, a Troia, alle ore 9,00 si terrà, per il corso principale, la sfilata di tutti i gruppi partecipanti. Seguirà, alle ore 10,30, presso il centro giovanile “Papa Giovanni Paolo II” della parrocchia di San Secondino, la manifestazione inaugurale, con il coinvolgimento di istituzioni pubbliche, private e religiose, delle scuole oltre che dell’intera collettività.

Grande protagonista di Sportiva…mente sarà lo sport. Il consueto torneo internazionale di “calcetto a 6” si svolgerà dal 9 al 12 maggio presso il centro sportivo “Casanova” di Lucera. In gara, squadre costituite da operatori e fruitori dei servizi di tutela della salute mentale, provenienti da molte parti d’Italia oltre che da paesi dell’Unione Europea ed extracomunitari.

Inseguimento con arresto per droga e ricettazione

Dopo aver eluso l’alt dei carabinieri ha provato a disfarsi della droga lanciandola dal finestrino.

G.D., giovane ventenne residente nel quartiere Torricelli, è stato quindi fermato ed arrestato sia per il possesso di stupefacenti(64 gr. di cocaina, 30 gr. di marijuana e 38 gr. di hashish) che per la ricettazione di auto rubata, poiché a seguito di verifiche l’autovettura su cui viaggiava è risultata rubata negli scorsi mesi a Barletta. Nelle disponibilità del giovane anche oltre 1000 euro.

Su disposizione del P.M. di turno è stato posto agli arresti domiciliari.

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Previsione meteo per lunedì 4 aprile

Cieli irregolarmente nuvolosi con residue piogge pomeridiane. Temperature in lieve rialzo. Venti deboli con mari poco mossi.

Bollettino epidemiologico della città di Cerignola 28/03/2020

Il Centro Operativo Comunale di Protezione Civile per l'emergenza COVID-19 ha comunicato i dati di Cerignola alle ore 17.00: Totale ...