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venerdì, Gennaio 10, 2025
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Previsione meteo per sabato 16 novembre

Cieli parzialmente nuvolosi per l’intera giornata.

Temperature stazionarie.

Venti moderati con mari mossi.

Pista ciclabile: martedì 19 novembre alle 16 un consiglio comunale monotematico sul tema

La riorganizzazione della mobilità sul Corso principale ed i suoi riflessi sulle attività commerciali della zona saranno i temi del Consiglio comunale monotematico in programma martedì 19 novembre a partire dalle 16.00.

Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo consiliari di concerto con i rappresentanti dei commercianti, che hanno partecipato numerosi alla seduta dell’Assise, proprio per dare loro l’opportunità di confrontarsi con l’intera assemblea sulla realizzazione del primo tratto della pista ciclabile e sulla sua integrazione con l’attuale sistema di viabilità e dei parcheggi.

Alla riunione saranno invitate le associazioni ambientaliste, le società ciclistiche e le organizzazioni che promuovono l’uso della bicicletta.

“Al netto di intemperanze e minacce non tollerabili e da condannare con fermezza, siamo riusciti a tenere insieme le legittime istanze di confronto avanzate dagli operatori economici del corso e la necessità di portare a termine serenamente i lavori del Consiglio comunale”, commenta il sindaco Francesco Bonito.

“Sarà il Consiglio comunale monotematico la sede più idonea in cui svolgere un confronto, auspicabilmente, sereno e positivamente orientato alla condivisione dell’obiettivo di innalzare la sostenibilità ambientale del traffico cittadino con la promozione della mobilità lenta e ad impatto zero. Questo è, infatti, l’intento dell’Amministrazione comunale e su questo siamo pronti a dialogare con chiunque voglia rivolgere lo sguardo al futuro di Cerignola”.

Maltempo: pioggia tanto agognata è manna su campi arsi da siccità; ma nel 2024 già 145 eventi estremi

La tanto agognata pioggia è manna sui campi arsi da mesi dalla siccità, ma c’è preoccupazione per gli eventi estremi con la messa in sicurezza dei canali come nel tarantino, perché per essere di sollievo la pioggia deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente provocano danni, con il 95,6% dei comuni pugliesi a rischio di dissesto idrogeologico, erosione costiera e frane. Ad affermarlo è Coldiretti Puglia, in relazione all’ondata di maltempo che ha interrotto settimane di sole e temperature sopra la media, quando sono già 145 gli eventi estremi che si sono abbattuti sulla Puglia nel 2024, secondo i dati ESWD, con tornado, grandinate, tempeste di vento e nubifragi improvvisi e violenti, che si abbattono su un territorio fragile, ma è stata la siccità che già dall’inverno ha creato le condizioni critiche per dichiarare lo stato di calamità.

Per la siccità e le temperature ben al di sopra della norma sin dall’inverno ne hanno fatto già le spese tutte le produzioni agricole, con  la crisi idrica che tra l’altro ha determinato un calo drastico di foraggio verde nei pascoli con l’aggravio dei costi – incalza Coldiretti Puglia –  per l’acquisto di mangimi per garantire l’alimentazione degli animali nelle stalle, ma a preoccupare sono le stime della prossima campagna di raccolta delle olive, con un crollo in media del 40%.

Occorre poi ridurre il consumo di terreno fertile con la immediata approvazione della legge sulla salvaguardia della destinazione agricola dei suoli, sostenuta dalla Coldiretti, con l’obiettivo del “saldo zero” di consumo del suolo naturale entro il 2050. Per razionalizzare gli interventi – continua la Coldiretti – è necessario un piano sperimentale per la valorizzazione dei beni pubblici prodotti in aree montane e marginali compresa la possibilità di riconoscere i crediti di carbonio ai produttori di tali aree. Ancora, è indispensabile la piena attuazione della legge di orientamento che consente alle pubbliche amministrazioni di stipulare convenzioni con gli agricoltori per lo svolgimento di attività funzionali “alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale. Parimenti, serve rilanciare, tramite sostegno all’acquisto de capi e delle strutture di ricovero necessarie, la zootecnia di montagna e delle aree interne, che permette a tali superfici di essere pascolate e mantenute.

Ciò rappresenta – rileva la Coldiretti Puglia– il giusto riconoscimento della capacità delle imprese agricole di svolgere azioni costanti di tutela del territorio anche attraverso l’introduzione di misure di sostegno fiscale per chi risiede nelle aree di montagna e per incentivare l’insediamento e la prosecuzione di attività economiche in particolare nel campo dei servizi agricoli, forestali, turistici e culturali. Per limitare gli effetti devastanti del maltempo occorre inoltre contrastare ogni forma di abusivismo che espone a fallimenti e frustrazioni ogni nuova politica di pianificazione territoriale e promuovere interventi di rigenerazione urbanistica a partire dal censimento degli immobili già realizzati nelle aree a rischio. Dal punto di vista ambientale serve poi avviare un piano per la riforestazione delle aree ad alto rischio con criteri adeguati alla vulnerabilità geologico-ambientale anche con risorse già destinate alle grandi opere di infrastrutturazione energetica e di mobilità.

Diventa strategica la semplificazione burocratica e degli impegni amministrativi per le imprese che operano nella aree interne, intervenendo sulla manutenzione del verde urbano per garantire la sicurezza anche nelle città – conclude Coldiretti – coinvolgendo direttamente le imprese agricole nelle iniziative di riqualificazione ambientale.

Parte da Foggia un messaggio di “pace giusta” per l’Ucraina

Foggia capitale per la pace. E’ la sintesi del messaggio lanciato nella conferenza stampa che si è tenuta questa mattina a Palazzo Dogana alla presenza di una folta rappresentanza istituzionale ucraina del mondo ecclesiastico, accademico, culturale e parlamentare, aperta dai saluti del Presidente della Provincia Nobiletti. “L’Unesco ci offre un faro di speranza, un valore di incontro tra culture diverse, un’opportunità per costruire ponti piuttosto che muri – ha dichiarato il presidente Nobiletti. Oggi, mentre ci troviamo qui, l’Ucraina continua a vivere un momento drammatico e difficile. Le notizie che giungono da quel territorio martoriato ci ricordano ogni giorno il costo innumerevole di un conflitto che non ha ragione di esistere. La guerra è una ferita che sanguina non solo in Ucraina, ma in tutta Europa e nel mondo intero. Siamo qui per dimostrare che le nostre comunità sono unite, nonostante le distanze, nonostante le differenze. Oggi, con la presenza di Nina Kramareva e di numerosi rappresentanti istituzionali dell’Ucraina, instaureremo un dialogo che rafforza i legami culturali e umani tra le nostre due nazioni. La sottoscrizione degli accordi tra l’Università delle Dogane e delle Finanze di Dnipro e l’Università di Foggia è un passo verso una cooperazione accademica e rappresenta un gesto di solidarietà e fratellanza, una realtà che speriamo cresca e si dilati nei cuori di tutti noi”.

Il primo intervento è stato quello della presidente del Club per l’Unesco di Foggia, Billa Consiglio, che ha voluto ribadire i valori dell’associazione che rappresenta. “Questo incontro è l’occasione per promuover la diversità culturale e il dialogo interculturale, per superare diversità e incomprensioni, contribuendo a riportare la pace nel mondo”.
Il Primo Segretario Unesco dell’Ucraina, Nina Kramareva, ha voluto sottolineare il ruolo importante della comunità foggiana in questo percorso di pace basato sull’incontro fra popoli sotto il segno della fratellanza.

“Foggia può essere per noi la capitale per la pace, una comunità capace di accogliere, di donare, di essere solidale. La storia dei foggiani dice questo, noi possiamo confermarlo per quello che tutta la provincia di Foggia ha fatto per gli ucraini già dopo i primi bombardamenti. Per noi, da oggi, Foggia è un simbolo di pace e annunciarlo in un luogo eletto dall’Unesco Monumento messaggero della Cultura di Pace è per tutti noi una gioia. Oggi parliamo di pace giusta e lo facciamo attraverso l’incontro di comunità che hanno deciso di avviare scambi culturali oltre che rinsaldare rapporti di fratellanza. Sono segnali incoraggianti. Questo incontro avviene in un momento insolitamente importante per il nostro Paese, in cui stiamo facendo ogni sforzo possibile per difendere la nostra identità.  Grazie alla città di Foggia, l’Italia ha ancora una volta l’opportunità di apprezzare e godere della ricchezza e dell’originalità della cultura Ucraina. Mi auguro di ritornare il 15 novembre del prossimo anno per dire che questo messaggio ha contribuito al raggiungimento dell’obiettivo della pace”.

Importante momento è stato quello della sottoscrizione dell’accordo tra l’Università degli Studi di Foggia e l’Università delle Dogana e delle Finanze di Dnipro. A rappresentare l’Ateneo foggiano la delegata alle relazioni internazionali Maria Antonietta Fiore.

“Con grande soddisfazione oggi rendiamo pubblico il MoU fra l’Università di Foggia e l’Università di Dnipro nell’alveo di questo corridoio emozionale di pace, fratellanza e diffusione dei valori della condivisione e della comunità territoriale e culturale. L’UNIFG collabora con le Università ucraine da circa 10 anni nel corso dei quali ha ospitato circa 200 studenti ucraini e 120 tra docenti e personale TA coinvolgendo 18 università ucraine. L’iniziativa di oggi si innesta in maniera sinergica nel framework del recentissimo programma “Global Coalition of Ukrainian Studies” che ha lo scopo di unire tutte le iniziative per lo studio e la ricerca sulla cultura, storia, lingua e letteratura ucraina”.
Presenti anche i sindaci di Peschici, Luigi D’Arienzo, e di Roseto Valfortore, Lucilla Parisi, che hanno rinsaldato i rapporti con un documento di fratellanza con i comuni di Marhanets e di Pietrikivca.

A conclusione dell’incontro il presidente dell’associazione U.C.M. Paolo Brescia, che si occupa della formazione degli studenti in Ucraina ed è stato uno dei primi ad aprire un corridoio umanitario dall’Ucraina verso l’Italia, ha annunciato un rinnovato impegno organizzando corsi gratuiti per i reduci di guerra. “E’ stata una giornata emozionante, devo ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a lanciare questo messaggio di pace giusta”.

Previsione meteo per venerdì 15 novembre

Cieli coperti con piogge e rovesci anche temporaleschi.

Temperature in diminuzione.

Venti in rinforzo con mari molto mossi.

Presentata la 28° giornata nazionale della colletta alimentare che si terrà in tutta Italia sabato 16 novembre.

Un popolo di volontari uniti da un desiderio comune: fare il bene”.

75 supermercati e oltre 1000 volontari coinvolti dal Banco Alimentare della Daunia “F. Vassalli” in provincia di Foggia e a Canosa di Puglia.

Foggia, 14novembre 2024–Sabato 16 novembre 2024 torna per il 28° anno consecutivo l’appuntamento con la Colletta Alimentare, promossa in tutta Italia dalla Fondazione Banco Alimentare. Il Banco Alimentare della Daunia “F. Vassalli” si sta adoperando per promuovere l’iniziativa sul territorio della provincia di Foggia e a Canosa di Puglia, come è stato raccontato durante la conferenza di presentazione dell’evento, svoltasi giovedì 14 novembre all’interno del magazzino del Banco Alimentare della Daunia a cui sono intervenutiStefania Mendunoe Gianluca Russo, rispettivamente presidente e direttore dell’ODV Banco Alimentare della Daunia “F. Vassalli”; Mario Palena, volontario storico della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare e il prof. Danilo Leone,Delegato Rettorale alla Terza Missione dell’Università degli Studi di Foggia.

IL SENSO DELLA COLLETTA ALIMENTARE

La Colletta Alimentare porta una ricchezza che non è fatta solo del valore e del peso degli alimenti che raccoglieremo sabato 16 novembre. È una ricchezza che fa rima con bellezza: la bellezza di tante persone che si mettono in gioco e condividono parte del loro tempo (la risorsa più preziosa al giorno d’oggi), con altre persone, a volte anche con sconosciuti capitati nello stesso turno con cui però immediatamente ci si sente uniti. Uniti da uno scopo comune e, ancor più, da un desiderio comune: quello di fare il bene”, ha evidenziato la presidente del Banco Alimentare della Daunia Stefania Menduno.

Quest’anno il Papa, in vista dell’VIII Giornata Mondiale dei Poveri – che ricorre il 17 novembre –  ricorda che “i poveri hanno molto da insegnarci perché ci evidenziano l’essenziale della vita che è ben altro rispetto alla nostra ricerca di beni materiali”. Soprattutto ci invita “a diventare tutti poveri, cioè a riconoscerci tutti bisognosi e quindi a diventare mendicanti. Il mendicante è uno che mendica, cioè che chiede, che domanda e che attende una risposta. Il Papa ci dice che senza questa domanda, senza questa preghiera, la nostra carità rischia di diventare filantropia che presto si esaurisce”.

Lo slogan con cui nasce la Colletta Alimentare è Condividere i bisogni per condividere il senso della vita. “Riconoscersi mendicanti significa riuscire a condividere i bisogni, significa vivere questo gesto fermandoci un attimo, osservandoci in azione, chiedendoci ‘Cosa aggiunge questo gesto alla mia vita’? Solo così potremo cogliere il nesso tra le parole del Papa, lo slogan della Colletta e il semplice gesto del raccogliere cibo”, ha sottolineato la presidente Menduno.

DOVE E COME FARE LA COLLETTA ALIMENTARE

L’iniziativa della Colletta Alimentare prevede la presenza di volontari presso i punti vendita aderenti della Grande Distribuzione Organizzata che invitano centinaia di migliaia di persone che vanno a fare la spesa a donare una parte della propria spesa per le persone in difficoltà. 

“Nella provincia di Foggia ci sono tanti posti dove fare la Colletta Alimentare. I numeri dei volontari e dei supermercati continuano a crescere in vista di questo appuntamento che è per tutti una grande festa”, ha spiegato il direttore del Banco Alimentare della Daunia Gianluca Russo.

Quest’anno saranno 75 i supermercati, su tutta la provincia di Foggia e non solo (ai comuni di Foggia, Lucera, Troia, San Severo, Torremaggiore, Manfredonia, Monte Sant’Angelo, San Giovanni Rotondo, San Nicandro Garganico, Vico del Gargano, Vieste, Cagnano Varano, Cerignola, Ordona, Orta Nova, Stornara, Carapelle e Ascoli Satriano, si somma anche Canosa di Puglia), dove oltre 1000 volontari inviteranno a comprare prodotti a lunga conservazione: olio, verdure o legumi in scatola, conserve di pomodoro, tonno e carne in scatola, alimenti per l’infanzia.

I prodotti donati saranno poi distribuiti alle 133 organizzazioni partner territoriali convenzionate con Banco Alimentare della Daunia (mense per i poveri, case-famiglia, comunità per i minori, centri d’ascolto, unità di strada, banchi di solidarietà, centri di accoglienza, …) che sostengono oltre 24.000 persone che vivono in difficoltà.

Nel 2023 in provincia di Foggia hanno aderito alla Colletta Alimentare ben 74 supermercati, grazie alla presenza di oltre 1.000 volontari, e sono stati raccolti37.442,50 kg di alimenti a lunga conservazione, superando i numeri del 2022 (pari a 30.604,50 kg).

LA TESTIMONIANZA DI UN VOLONTARIODELLA COLLETTA ALIMENTARE

Alla conferenza ha portato una testimonianza importanteMario Palena,volontario storico della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare.

“La mia storia della e con la Colletta è iniziata nel 1999 con un ‘No grazie, non mi interessa’. Da allora ho partecipato a 22 o 23 Collette… e ho imparato a guardare l’altro per il significato che è,ho sperimentato la gratuità”, ha raccontato Mario.

Tra gli aneddoti e le storie raccontate da Mario colpisce molto quella di un ragazzo minorenne,che scontava la pena in una comunità educativa, con cui ha condiviso l’esperienza della Colletta.

“Oggi sono contento di aver contribuito ad aiutare qualcuno, questo è quello che voglio fare d’ora in poi”, ha affermato il ragazzo alla fine del turno nel supermercato.

CRESCONOLE PARTNERSHIP SUL TERRITORIO

Tra le realtà che sostengono la Colletta Alimentare, oltre all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, c’è anche l’Università degli Studi di Foggia. Quest’anno, infatti, i dipendenti di UniFg parteciperanno comevolontari alla Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, gestendo un punto vendita nel capoluogo dauno.

“Con la partecipazione alla Colletta consolidiamo un’alleanza, un accordo già siglato un anno fa con il Banco Alimentare. L’Università è accanto a queste iniziative di sostegno del territorio, della comunità, soprattutto per le persone con gravi disagi. Riteniamo che la partecipazione a manifestazioni di volontariato come questa della Colletta, rientri nel processo formativo degli studenti. La nostra Università non fa solo formazione e trasmissione di competenze econoscenze, ma si impegna anche per il sociale”, ha affermato Danilo Leone,Delegato Rettorale alla Terza Missione dell’Università degli Studi di Foggia.

Dal 16 al 30 novembre sarà possibile donare la spesa anche online su alcune piattaforme dedicate: per conoscere le varie modalità di acquisto dei prodotti e i punti vendita aderenti all’iniziativa è possibile consultare il sito colletta.bancoalimentare.it.

La Colletta Alimentare, gesto con il quale la Fondazione Banco Alimentare aderisce alla Giornata Mondiale dei Poveri 2024 indetta da Papa Francesco, è resa possibile grazie alla collaborazione con la Federazione Nazionale ItalianaSocietà di San Vincenzo De Paoli ODV,la Cdo Opere Sociali, l’Esercito, l’Aeronautica Militare, l’Associazione Nazionale Alpini, l’Associazione Nazionale Bersaglieri, e il Lions Club International.

Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0, un click per la salute

Visualizzare e scaricare i referti comprensivi delle immagini degli esami di radiodiagnostica, come radiografie, tac, pet, è l’ultimo aggiornamento del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) 2.0 attivato in Puglia. Si è tenuto a Foggia nell’aula magna del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Foggia la seconda tappa del roadshow sul Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0.La Regione è tra le prime in Italia ad aver implementato questa funzionalità nel Fascicolo, oltre alla già presente consultazione dei referti degli stessi esami. Attualmente questa funzionalità è disponibile per gli assistiti delle aziende sanitarie del Policlinico Foggia e delle aziende sanitarie ASL Taranto, dalla prossima settimana si estenderà all’ASL di Foggia, al Policlinico di Bari, alla ASL di Bari, alla ASL di Brindisie progressivamente alle altre aziende sanitarie. 

Il vicepresidente della Regione Puglia e assessore alla Sanità, Raffaele Piemontese, in apertura della seconda tappa del roadshow sul Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0, organizzato dal Dipartimento Promozione della Salute, ha illustrato gli ultimi aggiornamenti al sistema e ha rivolto un appello agli operatori e ai medici di medicina generale: “Dobbiamo fare di più per coinvolgere i cittadini in questa rivoluzione della sanità digitale. Il Fascicolo sanitario elettronico è la spina dorsale del sistema sanitario digitale. Al momento sono presenti i referti, le prescrizioni e le lettere di dimissione e le prime immagini diagnostiche ma stiamo costruendo uno strumento in grado di connettere tutte le informazioni sanitarie di un cittadino in un unico punto accessibile e sicuro. È importante perché il personale sanitario autorizzato può accedere, agevolando la continuità delle cure anche tra diversi specialisti o strutture sanitarie”.

All’incontro ha partecipato il Direttore Generale del Policlinico Foggia Giuseppe Pasqualone.“A partire dal 2003, grazie anche ai finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il Policlinico Foggia ha intrapreso un ambizioso piano di digitalizzazione per potenziare le infrastrutture tecnologiche e migliorare la sicurezza dei dati – ha dichiarato il Direttore del Policlinico Foggia. Attraverso l’acquisto di dispositivi come pc, portatili, tablet e tavolette grafometriche, Firme digitali, sono stati introdotti strumenti all’avanguardia per supportare l’attività degli operatori sanitari e agevolare l’alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE). Il Policlinico Foggia ha investito sia nei sistemi informativi aziendali che nella loro armonizzazione con quelli regionali, con l’obiettivo di creare un ecosistema sanitario integrato e sicuro.  Tra i principali sistemi a conduzione aziendale implementati, si annoverano: Sistema Laboratori Analisi, Sistema di Genetica Medica, Microbiologia e Virologia, Cromatografia, Servizio TAO, Centri Unici Prelievi. Questi sistemi sono stati armonizzati con i principali sistemi a conduzione regionale, tra cui: MOSS (Sistema amministrativo-contabile), SIRDimm (Sistema RIS-PACS regionale), SIRAP (Sistema informativo dell’Anatomia Patologica), CCE (Cartella Clinica Elettronica), Edotto. Questo consente all’azienda di conferire in formato digitale la lettera di dimissione, i referti di pronto soccorso, i referti di laboratorio, i referti specialistici e i referti radiologici e anche le immagini radiologiche”.

“Il Fascicolo Sanitario Elettronico – ha spiegato Antonio Nigri Direttore Generale della ASL Foggia – rappresenta una vera e propria rivoluzione nella gestione della salute dei cittadini. Si tratta di uno strumento digitale che consente a ciascun individuo di tracciare, consultare e gestire la propria storia sanitaria, raccogliendo in un unico archivio tutti i dati e documenti relativi agli eventi clinici passati e presenti. Il Fascicolo Sanitario Elettronico offre ai cittadini la possibilità di consultare in qualsiasi momento la propria storia clinica, permettendo loro di condividere queste informazioni con i professionisti sanitari di fiducia, previa autorizzazione. In questo modo, ogni persona può essere al centro del proprio percorso di salute, con la garanzia che i dati necessari per una diagnosi accurata e un trattamento efficace siano immediatamente disponibili per i medici e gli specialisti. Inoltre, conclude Nigri, contribuisce a migliorare la qualità del servizio sanitario, grazie alla facilità con cui è possibile tracciare e verificare la continuità delle cure, prevenire errori e ottimizzare le risorse”.

All’evento, che è stato incentrato sulla relazione di Concetta Ladalardo, Dirigente della Sezione Risorse Strumentali e Tecnologiche Sanitarie della Regione Puglia, hanno partecipatoil prorettore vicario dell’Università di Foggia Donatella Curtotti, il preside della Facoltà di Medicina Giuseppe Carrieri, i presidenti dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Foggia Pierluigi Nicola De Paolis, dei Farmacisti Salvatore Alfonso Bevere e delle Professioni Infermieristiche Michele Del Gaudio.

In linea con gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), la Regione Puglia è stata destinataria di un investimento di 47,6 milioni di euro destinato all’implementazione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) 2.0. Questa misura è mirata a garantire maggiore diffusione, omogeneità e accessibilità dei servizi sanitari digitali per tutti i cittadini e professionisti della salute. 

“In Puglia –ha ricordato l’assessore Piemontese – siamo partiti 8 anni fa con la digitalizzazione dei dati sul fascicolo, oggi il Fascicolo Sanitario 2.0 ci chiede un impegno diverso. Sono 215 gli applicativi software differenti da cui tutte le aziende sanitarie pugliesi fanno confluire i dati in un unico sistema. Negli ultimi sei mesi sono stati conferiti una media di oltre 450 mila documenti al mese. Uno sforzo importante per dare omogeneità alle informazioni disponibili per i cittadini”. 

Ma a questo impegno deve corrispondere anche una maggiore consapevolezza da parte di medici e operatori sull’utilità di questo strumento, di qui l’appello dell’assessore Piemontese: “La partecipazione e l’informazione sono fondamentali per far sì che ogni cittadino sfrutti appieno le potenzialità del fascicolo. È necessario che i medici di famiglia comunichino maggiormente ai propri assistiti che possono accedere facilmente al fascicolo dove troveranno, ad esempio, tutte le prescrizioni. Il prossimo anno se la misura prevista dalla nuova legge di bilancio sarà confermata anche la ricetta ‘bianca’, andrà effettuata digitalmente. È solo un esempio di come questo strumento prenderà sempre più piede nei prossimi anni, i cittadini pugliesi non possono restare indietro, serve la collaborazione di tutti”. 

All’incontro è intervenutoanche il Responsabile Unità Operativa di Oncologia Medica e Terapia Biomolecolare universitaria del Policlinico Foggia e Professore Ordinario di Oncologia Medica dell’UniversitàMatteo Landriscina, che ha illustrato l’importanza della digitalizzazione e dell’accesso ai dati clinici nel favorire la multidisciplinarietà in Oncologia e nel promuovere l’evoluzione verso la medicina di precisione. “La digitalizzazione sta diventando sempre di più uno strumento che sta cambiando la Medicina– ha spiegato Landriscina. Questo è particolarmente vero in Oncologia, dove oggi uno degli aspetti più importanti e innovativi è quello della multidisciplinarietà. In quest’ottica, la disponibilità e il rapido accesso ai dati diventa uno strumento indispensabile non solo per accellerare i processi decisionali e terapeutici, ma anche per migliorarli. L’Oncologia personalizzata si basa su una serie di test di tipo molecolare che rappresentano un po’ la fotografia biologica del tumore. In quest’ottica, la digitalizzazione e, nel futuro, l’intelligenza artificiale sono e saranno sempre di più strumenti che permetteranno all’Oncologo medico di interpretare correttamente il dato molecolare e soprattutto di utilizzarlo per prendere una decisione di qualità per il paziente oncologico”.

Per l’Asl Foggia è intervenuto all’incontro il Dirigente Responsabile dei Sistemi Informativi aziendaliTommaso Petrosilloche ha illustrato le opportunità e le sfide dell’utilizzo del Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0.

Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) è già attivo per tutti i cittadini. Per accedere è necessario entrare online dal Portale della Salute con credenziali SPID, con Carta di identità Elettronica (CIE), con Tessera Sanitaria (TS/CNS, preventivamente abilitata presso gli sportelli del DSS/ASL), accedendo al link https://www.sanita.puglia.it/web/pugliasalute/infofse.

Save the Children, in Italia sempre meno bambini e sempre più poveri. In Puglia nel 2023 ne sono nati 25.554. Nella regione il 26,6% dei minori di 18 anni vive in povertà relativa

L’Organizzazione pubblica oggi l’Atlante dell’Infanzia (a rischio) dedicato ai primi anni di vita e sottolinea la necessità di un cambiamento radicale delle politiche pubbliche per sanare le troppe disuguaglianze nei servizi per la prima infanzia. Con i progetti PNRR, si stima che i posti negli asili nido in Puglia raggiungeranno il 38,4%, dato che non arriva alla media nazionale del 41,3% e l’obiettivo europeo del 45% per il 2030, ma è la seconda regione per maggior stanziamento dopo la Campania. La provincia di BAT, pur con un incremento di 15 punti percentuali, rimarrà al27,7%.

Sempre meno bambini e sempre più poveri. L’Italia nel 2023 ha conosciuto un nuovo record negativo per la natalità, con meno di 380mila nuovi nati[1], mentre la povertà continua a colpire i minori, i più piccoli in particolare: il 13,4% delle bambine e dei bambini tra 0 e 3 anni è in povertà assoluta[2], e circa 200mila bambini di età compresa tra 0 e 5 anni (8,5% del totale) vivono in povertà alimentare[3], ovvero in famiglie che non riescono a garantire almeno un pasto proteico ogni due giorni. Oltre la metà risiede nel Mezzogiorno (Sud e isole), dove la percentuale sale al 12,9%. Quasi un bambino su dieci (9,7%) della stessa fascia d’età ha sperimentato la povertà energetica, cioè ha vissuto in una casa che non era adeguatamente riscaldata in inverno.In Puglianel 2023 sono nati 25.554 bambini, la settima regione per numero di nuovi nati. Nella regione il 26,6% dei minori di 18 anni vive in povertà relativa, un dato più alto della media nazionale del 22,2%.

Negli ultimi anni le famiglie che vivono in Italia si sono dovute confrontare anche con aumenti rilevanti dei prezzi al consumo di alcuni beni e servizi essenziali per la prima infanzia. Dal 2019 al 2023, infatti, su base nazionale la spesa per prodotti alimentari per la prima infanzia (latte e pappe) è salita del 19,1% (più dell’aumento dell’inflazione pari al 16,2%) mentre il costo per la frequenza degli asili nido è aumentato dell’11,3%, con riferimento in particolare all’offerta privata (mentre per i posti finanziati dai Comuni l’aumento è pari all’1,5%)[4]

Sul fronte dei servizi educativi le famiglie incontrano molte difficoltà. Oggi meno di un bambino su tre dagli zero ai due anni (30%) trova posto in un asilo nido[5], un servizio fondamentale per combattere le disuguaglianze, con forti disparità territoriali.In Puglia, la percentuale della copertura attuale è del 20,6%. Nel 2026, quando dovrebbero concludersi gli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ferma restando l’incognita sui costi di gestione che dovranno essere sostenuti dai comuni, si stima che l’offerta di servizi educativi per la prima infanzia salirà al 41,3% a livello nazionale[6], non lontano dal target del 45% fissato a livello europeo per il 2030. Tuttavia, questa crescita rischia di non compensare i divari territoriali, tanto che due Regioni, Campania e Sicilia, che attualmente hanno il tasso di copertura più basso in Italia (rispettivamente del 13,2% e del 13,9%), in base alle stime sui progetti in corso, non riuscirebbero a raggiungere neanche il 33%, arrivando la prima al 29,6% e la seconda al 25,6%. Eppure, la Campania e la Sicilia sono la seconda e la terza regione, dopo la Provincia Autonoma di Bolzano, per incidenza dei bambini 0-2 sulla popolazione e presentano alti tassi di povertà minorile e dispersione scolastica. Sempre tra le regioni del Sud, la Puglia è previsto raggiunga il 38,4% della copertura, mentre la Calabria si dovrebbe attestare al 40,3%. In Puglia si stima che la percentuale salga al 38,4%.

Sono alcuni dei dati inediti contenuti nella XV edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio in Italia, dal titolo “Un due tre…stella. I primi anni di vita”, pubblicato oggi da Save the Children. L’Atlante restituisce la fotografia della prima infanzia in un Paese fragile, con profonde disuguaglianze sociali e territoriali, in cui i nuovi nati sono sempre meno e le opportunità, fin dai primi mille giorni di vita, non sono uguali per tutti, dalla salute all’ambiente, ai servizi educativi.

“Abbiamo voluto dedicare questo XV Atlante dell’Infanzia ai bambini più piccoli, nella consapevolezza che i primi mille giorni di vita sono determinanti per la crescita e lo sviluppo di ciascuno. Troppi genitori oggi in Italia affrontano la nascita di un bambino in solitudine, senza poter contare su adeguate reti di sostegno. Il supporto alla prima infanzia è un obiettivo da mettere al centro di tutte le scelte della politica: nel campo della salute come in quello dei servizi educativi; nel contrasto alla povertà così come nella tutela dell’ambiente – ha dichiarato Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children – Con Save the Children siamo impegnati da anni sul territorio al fianco dei genitori e dei loro bambini, in rete con i servizi e le associazioni, e ogni giorno tocchiamo con mano l’importanza di una rete di cura per accompagnare ogni bambino nei suoi primi passi. È necessario salvaguardare e rafforzare questa rete, a partire dai territori più deprivati, con una strategia di lungo periodo, sapendo che quello sulla prima infanzia è l’investimento fondamentale per il presente e per il futuro del nostro Paese”.

L’Atlante verrà presentato martedì 19 novembre a Roma, presso la sede di Save the Children (Piazza San Francesco di Paola, 9), a partire dalle 10. All’evento, moderato dalla giornalista del Tg3 Giorgia Rombolà, interverranno Luca Bianchi (Svimez), Andrea Brandolini (Banca d’Italia), Angelica Carnelos (Enel Cuore Onlus), Monica Castagnetti (pedagogista), Matteo Lepore (Sindaco di Bologna, con un contributo video), Stefania Manetti (Associazione Culturale Pediatri).

“L’Italia è apprezzata nel mondo per i suoi asili nido, ma sconta la drammatica assenza di questi servizi proprio nei territori più svantaggiati – ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice Ricerca di Save the Children – La Legge di Bilancio 2022 ha fissato una soglia minima di copertura del servizio per ogni Comune entro il 2027. Ma ad oggi vi sono molte incertezze sul raggiungimento dell’obiettivo, soprattutto per i bambini del Sud: sia per la costruzione dei nuovi nidi, che per i costi del loro funzionamento, e non da ultimo per la formazione e la messa in servizio del personale educativo. Il PNRR rappresenta un’occasione storica per abbattere le disuguaglianze territoriali che penalizzano il presente e il futuro dei bambini nei loro primi anni di vita. Per questo motivo, chiediamo alla Commissione bicamerale infanzia di fare chiarezza sul sistema educativo zero-sei in termini di obiettivi e finanziamenti e di indicare una vera e propria road map condivisa, senza retromarce e senza lasciare nessun territorio indietro”.

Per contrastare, in ottica preventiva, la povertà educativa dei bambini e delle bambine, Save the Children, da oltre dieci anni, è impegnata nel promuovere opportunità di tipo educativo, di accompagnamento ai servizi pubblici e di supporto alla cura e alla genitorialità, attraverso i programmi Fiocchi in Ospedale, Spazio Mamme e Poli Millegiorni. Si tratta di interventi integrati, destinati a futuri e neogenitori, bambine e bambini, con l’intento di ottimizzare l’offerta dei servizi, facilitare l’accesso delle famiglie, soprattutto quelle più vulnerabili, creando legami di scambio e di fiducia reciproca nelle comunità territoriali.

Nuovo record negativo per la natalità. Nel 2023 in Puglia sono nati 25.554bambini.

Nel 2023 l’Italia ha toccato un nuovo record di denatalità, con solo 379.890 nuovi nati. In Pugliasono stati 25.554.  Nel 2023 in 340 Comuni italiani (tutti con meno di 5mila abitanti) non è nato nessun bambino e in 72 Comuni non ce ne sono sotto i 3 anni[7]. È il Piemonte la regione con il maggior numero di Comuni in cui non ci sono bambini sotto i 3 anni (34), seguita da Lombardia (10 comuni) e Abruzzo (8). In Pugliaè uno solo il comunesenza nuovi nati, Volturara Appula (FG). La Sardegna è la regione con la minore incidenza di bambini da 0 a 2 anni rispetto alla popolazione totale, con l’1,49%, mentre nella Provincia di Bolzano si registra il tasso più alto, con il 2,76%.In Puglia, la percentuale è del 2,01%.

Bambine e bambini sempre più poveri

Sono 1 milione 295mila i minori in povertà assoluta in Italia, con un’incidenza pari al 13,8% del totale. Sono loro i più poveri tra le generazioni, a fronte del 6,2% degli anziani over 65, del 9,4% dei 35-64enni, e dell’11,8% dei 18-34enni. L’incidenza maggiore si registra nella fascia di età compresa tra 4 e 6 anni (14,8%), mentre è del 13,4% da 0 a 3 anni.In Puglia il 26,6% dei minorivive in povertà relativa (rispetto alla media nazionale del 22,2%).

Nel 2023, circa 200mila bambine e bambini tra 0 e 5 anni (8,5% del totale) vivevano in povertà alimentare, ovvero in famiglie che non riescono a garantire almeno un pasto proteico ogni due giorni. Una percentuale cresciuta rispetto al 7,7% del 2021. Oltre la metà risiede al Sud e nelle isole, dove la percentuale sale al 12,9%, contro il 6,7% del Centro e il 6,1% del Nord. Quasi un bambino su dieci (9,7%) della stessa fascia d’età ha sperimentato la povertà energetica, cioè ha vissuto in una casa che non era adeguatamente riscaldata in inverno (16,6% al Sud e nelle isole, 7,3% al Centro e 5,7% al Nord). Anche in questo caso l’incidenza è cresciuta rispetto al 2021, quando era all’8,6%. Queste deprivazioni nei primi anni vita costituiscono per i bambini che le vivono fattori nocivi alla salute e al benessere che si protraggono anche nelle fasi successive della vita e divengono fattori di trasmissione della povertà alle generazioni successive.

…mentre le spese per le famiglie con bambini piccoli aumentano

Pesano sempre di più sui bilanci familiari le spese da sostenere nei primi anni di vita. Da un’analisi realizzata con il Centro Studi di Confindustria, emerge che in 4 anni, dal 2019 al 2023, una spesa indispensabile, come quella per “latte e pappe” ha subìto un aumento a livello nazionale del 19,1%, superiore anche al forte aumento dell’indice generale dei prezzi (16,2%).  A seguire, la crescita più marcata si osserva per i costi dei nidi, pari all’11,3%, incremento legato alla riorganizzazione imposta dalla pandemia e concentrato nel settore privato: per i posti finanziati dai Comuni l’aumento risulta pari all’1,5%.

Inoltre, secondo un’elaborazione del Centro Studi Confindustria e di Save the Children sui dati diffusi da Federconsumatori, tra il 2014 e il 2024, i costi pre-nascita – visite mediche, ecografie, abbigliamento premaman, ecc. – sono cresciuti del 37%, passando dai circa 2.000 euro complessivi del 2014 a oltre 2.740 euro nel 2024. Aumenti significativi anche per le spese indispensabili nel primo anno di vita, in particolare per le famiglie con i redditi medio bassi: dal 2021 al 2024 le spese per i pannolini, ad esempio, sono cresciute dell’11% per quanto riguarda i costi minimi, ovvero per i pannolini meno cari (552 euro annui) e le spese per le creme sono aumentate del 14% per i costi minimi (50,40 euro annui).

L’impatto degli investimenti del Pnrr sugli asili nido in un’analisi condotta insieme a Svimez

Oggi soltanto il 30% delle bambine e dei bambini tra 0 e 2 anni trova posto all’asilo nido, con profondi divari territoriali e variazioni tra regioni che superano i 30 punti percentuali: si va infatti dal 46,5% dell’Umbria, la regione con la copertura attualmente più alta, al 13,2% della Campania e al 13,9% della Sicilia. In Puglia la media della copertura regionale è attualmente del 20,6%.

Insieme a Svimez, Save the Children ha realizzato un’analisi dell’impatto degli investimenti complessivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e del nuovo Piano nidi promosso nell’aprile di quest’anno dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. Dal report emerge che l’investimento consentirà di accrescere la copertura nazionale di oltre dieci punti percentuali, raggiungendo il 41,3%, ma i gap territoriali rimarranno piuttosto ampi. Undici regioni riusciranno a superare il target del 45%: il Molise, con la migliore copertura nazionale al 66% (dall’attuale 22,5%), Umbria (57,1% dal 46,5%), Abruzzo (55,3% dal 28%), Emilia-Romagna (51,1% dal 43,1%), Valle d’Aosta (50,4% dal 43%), Marche (50,2% dal 33,5%), Sardegna (50% dal 35,2%), Toscana (49,2% dal 40,7%), Lazio (46% dal 37,9%), Liguria (45,2% dal 33,8%) e Friuli-Venezia Giulia (45,1% dal 38,3%). Sette regioni raggiungeranno livelli compresi tra il 38% e il 45% di copertura, tra le quali la Puglia al 38,4% (dal 20,6%).Trentino-Alto Adige al 43,6% (dall’attuale 31,6%), Basilicata al 43,4% (dal 22,4%), Lombardia al 41,8% (dal 36%), Veneto al 41,6% (dal 33,8%), Piemonte al 40,7% (dal 32,7%), Calabria al 40,3% (dal 15,7%). Due regioni (Campania e Sicilia), nonostante l’investimento, non riusciranno a raggiungere neanche la copertura del 33%. La Campania è previsto si attesti al 29,6%, la Sicilia al 25,6%.

Secondo lo studio, alle regioni del Sud è andato il 41% delle risorse stanziate. La Puglia, in particolare,ha ricevuto in totale più di 337 milioni di euro (la seconda per entità del finanziamento dopo la Campania) che, se si prende in considerazione il numero di bambini nella fascia 0-2 anni presenti nella regione, corrisponde a più di 4mila euro pro capite.

Nonostante gli investimenti significativi per aumentare l’offerta, dunque, non ultimo lo stanziamento ulteriore di 40,8 milioni annunciato il 4 novembre, gli squilibri territoriali permangono.

Dal punto di vista delle diverse province, in Puglia la copertura più alta dopo gli investimenti del Pnrr si registrerà a Lecce, con il 55% (un incremento di 28 punti rispetto alla percentuale attuale del 26,8%), seguita dalla provincia di Brindisi (45,64% dall’attuale 23,6%), Bari (36,6% dal 21%),Taranto (32,8% dal 19,5%),Foggia (30,6% dall’attuale 16,1%) e BAT (27,7% dal 12,6%).

Un ulteriore aspetto riguarda il finanziamento della gestione dei nuovi posti negli asili nido, un tema fondamentale sia per i Comuni che per le famiglie. Per aiutare i Comuni a sostenere i costi di gestione annuali dei nuovi servizi da attivare – con lo scopo di garantire entro il 2027 al 33% dei bambini di frequentare il nido per conseguire il Livello Essenziale delle Prestazioni fissato dalla Legge di Bilancio 2022 – è stato previsto uno stanziamento ad hoc all’interno del Fondo di Solidarietà Comunale (FSC), con risorse crescenti dal 2022 al 2027, poi confluito nel Fondo Speciale Equità Livello dei Servizi. Il Fondo viene ripartito solo a quei Comuni che hanno un tasso di copertura uguale o inferiore al 28,8%. Nel 2024, su 7904 Comuni, ne sono stati finanziati 5.150, ma di questi ben 1.945 non hanno avviato alcun progetto PNRR per l’attivazione di nuovi posti a titolarità pubblica. Per il 2025 e negli anni a seguire, per fare in modo che il Fondo Equità aiuti davvero i Comuni che hanno deciso di investire sulla prima infanzia, sarà essenziale prevedere un meccanismo di ripartizione che oltre al criterio di copertura del servizio, tenga conto dei posti attivati tramite PNRR, dando ai Comuni che assicurano servizi a titolarità pubblica priorità nell’assegnazione delle risorse per la gestione dei servizi stessi. È necessario infine prevedere fin da subito un piano per la formazione e il reclutamento degli educatori necessari al funzionamento degli asili.

Salute. L’Italia divisa

La sanità neonatale italiana è un’eccellenza, eppure anche in questo ambito emergono delle gravi disuguaglianze. Se ospedali o punti nascita “grandi” (sopra i 1000 parti l’anno), sono dotati in gran parte di reparti di neonatologia e di terapia intensiva neonatale (TIN), in quelli più piccolila presenza di un reparto di neonatologia o di TIN è più sporadica. Dopo la nascita, già dai primi mesi di un bambino, è inoltre importante la disponibilità di posti in terapia intensiva pediatrica. In Italia i posti letto nelle terapie intensive pediatriche[8] erano solo 273 nel 2023, con una carenza del 44,4% rispetto agli standard europei e una distribuzione disuguale sul territorio: al centro ce ne sono 90, a fronte di un fabbisogno di 92e con una carenza del 2,2% rispetto agli standard europei (al Nord sono 128 posti letto per un fabbisogno di 222 e registrando una carenza del 42,3%, mentre al Sud e nelle Isole sono 55 ma ne servirebbero 168, con una carenza del 67,3%Tra le regioni che hanno posti letto in terapie intensive pediatriche, la Puglia è quella con la minore disponibilità (4).

I pediatri, che rappresentano un punto di riferimento indispensabile per i bambini e le famiglie, sono troppo pochi. Nel 2022, ultimo anno per il quale il Ministero della Salute fornisce un dato ufficiale[9], il carico medio potenziale per pediatra (cioè il numero di bambini e bambine residenti nell’area in cui opera un medico pediatra) è a livello nazionale di 993 bambini – con un’ampia variabilità territoriale (da un valore di 863 bambini per pediatra in Toscana a 1.281 bambini per pediatra nella Regione Piemonte. In Puglia il valore era di 879, al di sotto della media nazionale.

Anche i dati relativi alla gravidanza e ai parti mostrano differenze significative tra i territori. A livello nazionale, l’89% dei parti è avvenuto negli Istituti di cura pubblici ed equiparati[10], il 10,8% nelle case di cura private accreditate, e lo 0,15% altrove (altra struttura di assistenza, domicilio, ecc.). Tuttavia, nelle regioni in cui è rilevante la presenza di strutture private accreditate, le percentuali sono quasi invertite: ad esempio, in Campania solo il 56,4% delle donne partorisce in una struttura pubblica contro il 43,6% che si rivolge al privato accreditato. In Puglia la percentuale di parti nelle strutture pubbliche è del 93,1%

I luoghi che contano. Città sempre più bollenti: a luglio 349mila bambini colpiti da temperature pari o superiori ai 40°. Pochi spazi verdi e biblioteche dedicate ai più piccoli

Non è facile per una bambina o un bambino muovere i primi passi nelle nostre città, in particolare nelle aree più periferiche e svantaggiate, tra aree verdi che scarseggiano mentre le temperature aumentano in maniera esponenziale a causa della crisi climatica e gli spazi pubblici disponibili e fruibili, come le biblioteche, sono pochi.Le aree urbane sono maggiormente colpite dall’aumento delle temperature cui stiamo assistendo negli ultimi anni, e i bambini sono i più vulnerabili, per via dell’immaturità del meccanismo di termoregolazione, per la minore superficie corporea e per l’incapacità di capire quando l’organismo necessiti di acqua. A luglio di quest’anno, 349mila bambini, ovvero il 93,7% delle bambine e dei bambini tra 0 e 5 anni che vivono nei capoluoghi di regione e nelle città metropolitane italiane, sono stati esposti a temperature al suolo medie pari o superiori ai 40 gradi[11]. In particolare, nella città diBariil 98,8% dei bambini tra 0 e 5 anni è stato esposto a temperature al suolo medie pari o superiori ai 40 gradi, cioè10.392 bambini.

Per quanto riguarda il verde negli oltre 100 capoluoghi di provincia, l’estensione delle aree verdi urbane copre appena il 2,9% dei territori comunali[12], pari a 32,8 m² pro capite, con marcate differenze territoriali e un primato che va al Nord-Est (62,3 m2 pro-capite), grazie alle elevate dotazioni di Trento e Bolzano. In Puglia, è Bari il capoluogo con la maggiore estensione di aree verdi (2,57%), seguita da Taranto (1,46%), Lecce (0,39%), Brindisi (0,32%), Trani (0,29%), Foggia (0,27%), Barletta (0,24%) e Andria con solo lo 0,17%.Ma il verde attrezzato, ovvero i giardinetti e i piccoli parchi con aree giochi, rappresenta solo una fetta piccolissima di tutto il verde urbano, pari al 10,9% nei capoluoghi di provincia esaminati e, anche in questo caso, con evidenti differenze territoriali: più presente nelle città metropolitane (15,4%) e meno negli altri capoluoghi di provincia (8,8%), più al Centro (15,7%) e molto meno nel Mezzogiorno (6,7%). In Puglia, è Bari la città con la percentuale più elevata di verde attrezzato (31,02%), seguita da Andria (15,11%), Trani (12,46%), Foggia (10,08%), Brindisi (6,76%), Taranto (2,98%), Barletta (2,50%) e infine Lecce con 1,44%.

Un altro spazio fondamentale per la crescita di bambine e bambini in città sono le biblioteche con spazi dedicata ai più piccoli.

Nel 2022, delle 8.131 biblioteche presenti sul territorio nazionale, quasi otto su 10 (77%) sono di pubblica lettura. Di queste ultime, il 58,8% ha uno spazio dedicato ai bambini da 0 a 6 anni[13]. In cima alla classifica svetta Trento, con il 96% delle biblioteche di pubblica lettura che destina spazi attrezzati ai bambini 0-6 anni. Seguono Val d’Aosta (82,7%), Emilia-Romagna (75%), Veneto (74,9%) e Lombardia (74,1%). In Puglia la percentuale è del 44,5%.


[1] Istat, Natalità e fecondità della popolazione residente, 2023

[2]Istat, La povertà in Italia, 2023

[3]Elaborazione Istat per Save the Children

[4]Elaborazione Centro Studi Confindustria su dati Istat per Save the Children

[5] Anno 2022-2023 Fonte: Istat

[6] Elaborazione Save the Children su dati Istat, MIM e Regis

[7] Elaborazione IFEL per Save the Children, anno 2023

[8] Minardi C. et al. Shortage of paediatric intensive care unit beds in Italy, The Lancet vol 402 (10412) p. 1525, 2023

[9] Anno 2022, Fonte: Ministero della Salute

[10] Anno 2022, Fonte: Ministero della Salute

[11] Elaborazione Istat per Save the Childrensu dati rilevati giornalmente dal satellite del progetto europeo Copernicus

[12] Anno 2022, Fonte: Istat

[13] Elaborazione Istat per Save the Children

Previsione meteo per giovedì 14 novembre

Cieli coperti con deboli piogge per l’intera giornata.

Temperature stazionarie.

Venti deboli con mari poco mossi.

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Previsione meteo per lunedì 4 aprile

Cieli irregolarmente nuvolosi con residue piogge pomeridiane. Temperature in lieve rialzo. Venti deboli con mari poco mossi.

Bollettino epidemiologico della città di Cerignola 28/03/2020

Il Centro Operativo Comunale di Protezione Civile per l'emergenza COVID-19 ha comunicato i dati di Cerignola alle ore 17.00: Totale ...