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venerdì, Gennaio 10, 2025
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Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0, un click per la salute

Visualizzare e scaricare i referti comprensivi delle immagini degli esami di radiodiagnostica, come radiografie, tac, pet, è l’ultimo aggiornamento del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) 2.0 attivato in Puglia. Si è tenuto a Foggia nell’aula magna del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Foggia la seconda tappa del roadshow sul Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0.La Regione è tra le prime in Italia ad aver implementato questa funzionalità nel Fascicolo, oltre alla già presente consultazione dei referti degli stessi esami. Attualmente questa funzionalità è disponibile per gli assistiti delle aziende sanitarie del Policlinico Foggia e delle aziende sanitarie ASL Taranto, dalla prossima settimana si estenderà all’ASL di Foggia, al Policlinico di Bari, alla ASL di Bari, alla ASL di Brindisie progressivamente alle altre aziende sanitarie. 

Il vicepresidente della Regione Puglia e assessore alla Sanità, Raffaele Piemontese, in apertura della seconda tappa del roadshow sul Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0, organizzato dal Dipartimento Promozione della Salute, ha illustrato gli ultimi aggiornamenti al sistema e ha rivolto un appello agli operatori e ai medici di medicina generale: “Dobbiamo fare di più per coinvolgere i cittadini in questa rivoluzione della sanità digitale. Il Fascicolo sanitario elettronico è la spina dorsale del sistema sanitario digitale. Al momento sono presenti i referti, le prescrizioni e le lettere di dimissione e le prime immagini diagnostiche ma stiamo costruendo uno strumento in grado di connettere tutte le informazioni sanitarie di un cittadino in un unico punto accessibile e sicuro. È importante perché il personale sanitario autorizzato può accedere, agevolando la continuità delle cure anche tra diversi specialisti o strutture sanitarie”.

All’incontro ha partecipato il Direttore Generale del Policlinico Foggia Giuseppe Pasqualone.“A partire dal 2003, grazie anche ai finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il Policlinico Foggia ha intrapreso un ambizioso piano di digitalizzazione per potenziare le infrastrutture tecnologiche e migliorare la sicurezza dei dati – ha dichiarato il Direttore del Policlinico Foggia. Attraverso l’acquisto di dispositivi come pc, portatili, tablet e tavolette grafometriche, Firme digitali, sono stati introdotti strumenti all’avanguardia per supportare l’attività degli operatori sanitari e agevolare l’alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE). Il Policlinico Foggia ha investito sia nei sistemi informativi aziendali che nella loro armonizzazione con quelli regionali, con l’obiettivo di creare un ecosistema sanitario integrato e sicuro.  Tra i principali sistemi a conduzione aziendale implementati, si annoverano: Sistema Laboratori Analisi, Sistema di Genetica Medica, Microbiologia e Virologia, Cromatografia, Servizio TAO, Centri Unici Prelievi. Questi sistemi sono stati armonizzati con i principali sistemi a conduzione regionale, tra cui: MOSS (Sistema amministrativo-contabile), SIRDimm (Sistema RIS-PACS regionale), SIRAP (Sistema informativo dell’Anatomia Patologica), CCE (Cartella Clinica Elettronica), Edotto. Questo consente all’azienda di conferire in formato digitale la lettera di dimissione, i referti di pronto soccorso, i referti di laboratorio, i referti specialistici e i referti radiologici e anche le immagini radiologiche”.

“Il Fascicolo Sanitario Elettronico – ha spiegato Antonio Nigri Direttore Generale della ASL Foggia – rappresenta una vera e propria rivoluzione nella gestione della salute dei cittadini. Si tratta di uno strumento digitale che consente a ciascun individuo di tracciare, consultare e gestire la propria storia sanitaria, raccogliendo in un unico archivio tutti i dati e documenti relativi agli eventi clinici passati e presenti. Il Fascicolo Sanitario Elettronico offre ai cittadini la possibilità di consultare in qualsiasi momento la propria storia clinica, permettendo loro di condividere queste informazioni con i professionisti sanitari di fiducia, previa autorizzazione. In questo modo, ogni persona può essere al centro del proprio percorso di salute, con la garanzia che i dati necessari per una diagnosi accurata e un trattamento efficace siano immediatamente disponibili per i medici e gli specialisti. Inoltre, conclude Nigri, contribuisce a migliorare la qualità del servizio sanitario, grazie alla facilità con cui è possibile tracciare e verificare la continuità delle cure, prevenire errori e ottimizzare le risorse”.

All’evento, che è stato incentrato sulla relazione di Concetta Ladalardo, Dirigente della Sezione Risorse Strumentali e Tecnologiche Sanitarie della Regione Puglia, hanno partecipatoil prorettore vicario dell’Università di Foggia Donatella Curtotti, il preside della Facoltà di Medicina Giuseppe Carrieri, i presidenti dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Foggia Pierluigi Nicola De Paolis, dei Farmacisti Salvatore Alfonso Bevere e delle Professioni Infermieristiche Michele Del Gaudio.

In linea con gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), la Regione Puglia è stata destinataria di un investimento di 47,6 milioni di euro destinato all’implementazione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) 2.0. Questa misura è mirata a garantire maggiore diffusione, omogeneità e accessibilità dei servizi sanitari digitali per tutti i cittadini e professionisti della salute. 

“In Puglia –ha ricordato l’assessore Piemontese – siamo partiti 8 anni fa con la digitalizzazione dei dati sul fascicolo, oggi il Fascicolo Sanitario 2.0 ci chiede un impegno diverso. Sono 215 gli applicativi software differenti da cui tutte le aziende sanitarie pugliesi fanno confluire i dati in un unico sistema. Negli ultimi sei mesi sono stati conferiti una media di oltre 450 mila documenti al mese. Uno sforzo importante per dare omogeneità alle informazioni disponibili per i cittadini”. 

Ma a questo impegno deve corrispondere anche una maggiore consapevolezza da parte di medici e operatori sull’utilità di questo strumento, di qui l’appello dell’assessore Piemontese: “La partecipazione e l’informazione sono fondamentali per far sì che ogni cittadino sfrutti appieno le potenzialità del fascicolo. È necessario che i medici di famiglia comunichino maggiormente ai propri assistiti che possono accedere facilmente al fascicolo dove troveranno, ad esempio, tutte le prescrizioni. Il prossimo anno se la misura prevista dalla nuova legge di bilancio sarà confermata anche la ricetta ‘bianca’, andrà effettuata digitalmente. È solo un esempio di come questo strumento prenderà sempre più piede nei prossimi anni, i cittadini pugliesi non possono restare indietro, serve la collaborazione di tutti”. 

All’incontro è intervenutoanche il Responsabile Unità Operativa di Oncologia Medica e Terapia Biomolecolare universitaria del Policlinico Foggia e Professore Ordinario di Oncologia Medica dell’UniversitàMatteo Landriscina, che ha illustrato l’importanza della digitalizzazione e dell’accesso ai dati clinici nel favorire la multidisciplinarietà in Oncologia e nel promuovere l’evoluzione verso la medicina di precisione. “La digitalizzazione sta diventando sempre di più uno strumento che sta cambiando la Medicina– ha spiegato Landriscina. Questo è particolarmente vero in Oncologia, dove oggi uno degli aspetti più importanti e innovativi è quello della multidisciplinarietà. In quest’ottica, la disponibilità e il rapido accesso ai dati diventa uno strumento indispensabile non solo per accellerare i processi decisionali e terapeutici, ma anche per migliorarli. L’Oncologia personalizzata si basa su una serie di test di tipo molecolare che rappresentano un po’ la fotografia biologica del tumore. In quest’ottica, la digitalizzazione e, nel futuro, l’intelligenza artificiale sono e saranno sempre di più strumenti che permetteranno all’Oncologo medico di interpretare correttamente il dato molecolare e soprattutto di utilizzarlo per prendere una decisione di qualità per il paziente oncologico”.

Per l’Asl Foggia è intervenuto all’incontro il Dirigente Responsabile dei Sistemi Informativi aziendaliTommaso Petrosilloche ha illustrato le opportunità e le sfide dell’utilizzo del Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0.

Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) è già attivo per tutti i cittadini. Per accedere è necessario entrare online dal Portale della Salute con credenziali SPID, con Carta di identità Elettronica (CIE), con Tessera Sanitaria (TS/CNS, preventivamente abilitata presso gli sportelli del DSS/ASL), accedendo al link https://www.sanita.puglia.it/web/pugliasalute/infofse.

Save the Children, in Italia sempre meno bambini e sempre più poveri. In Puglia nel 2023 ne sono nati 25.554. Nella regione il 26,6% dei minori di 18 anni vive in povertà relativa

L’Organizzazione pubblica oggi l’Atlante dell’Infanzia (a rischio) dedicato ai primi anni di vita e sottolinea la necessità di un cambiamento radicale delle politiche pubbliche per sanare le troppe disuguaglianze nei servizi per la prima infanzia. Con i progetti PNRR, si stima che i posti negli asili nido in Puglia raggiungeranno il 38,4%, dato che non arriva alla media nazionale del 41,3% e l’obiettivo europeo del 45% per il 2030, ma è la seconda regione per maggior stanziamento dopo la Campania. La provincia di BAT, pur con un incremento di 15 punti percentuali, rimarrà al27,7%.

Sempre meno bambini e sempre più poveri. L’Italia nel 2023 ha conosciuto un nuovo record negativo per la natalità, con meno di 380mila nuovi nati[1], mentre la povertà continua a colpire i minori, i più piccoli in particolare: il 13,4% delle bambine e dei bambini tra 0 e 3 anni è in povertà assoluta[2], e circa 200mila bambini di età compresa tra 0 e 5 anni (8,5% del totale) vivono in povertà alimentare[3], ovvero in famiglie che non riescono a garantire almeno un pasto proteico ogni due giorni. Oltre la metà risiede nel Mezzogiorno (Sud e isole), dove la percentuale sale al 12,9%. Quasi un bambino su dieci (9,7%) della stessa fascia d’età ha sperimentato la povertà energetica, cioè ha vissuto in una casa che non era adeguatamente riscaldata in inverno.In Puglianel 2023 sono nati 25.554 bambini, la settima regione per numero di nuovi nati. Nella regione il 26,6% dei minori di 18 anni vive in povertà relativa, un dato più alto della media nazionale del 22,2%.

Negli ultimi anni le famiglie che vivono in Italia si sono dovute confrontare anche con aumenti rilevanti dei prezzi al consumo di alcuni beni e servizi essenziali per la prima infanzia. Dal 2019 al 2023, infatti, su base nazionale la spesa per prodotti alimentari per la prima infanzia (latte e pappe) è salita del 19,1% (più dell’aumento dell’inflazione pari al 16,2%) mentre il costo per la frequenza degli asili nido è aumentato dell’11,3%, con riferimento in particolare all’offerta privata (mentre per i posti finanziati dai Comuni l’aumento è pari all’1,5%)[4]

Sul fronte dei servizi educativi le famiglie incontrano molte difficoltà. Oggi meno di un bambino su tre dagli zero ai due anni (30%) trova posto in un asilo nido[5], un servizio fondamentale per combattere le disuguaglianze, con forti disparità territoriali.In Puglia, la percentuale della copertura attuale è del 20,6%. Nel 2026, quando dovrebbero concludersi gli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ferma restando l’incognita sui costi di gestione che dovranno essere sostenuti dai comuni, si stima che l’offerta di servizi educativi per la prima infanzia salirà al 41,3% a livello nazionale[6], non lontano dal target del 45% fissato a livello europeo per il 2030. Tuttavia, questa crescita rischia di non compensare i divari territoriali, tanto che due Regioni, Campania e Sicilia, che attualmente hanno il tasso di copertura più basso in Italia (rispettivamente del 13,2% e del 13,9%), in base alle stime sui progetti in corso, non riuscirebbero a raggiungere neanche il 33%, arrivando la prima al 29,6% e la seconda al 25,6%. Eppure, la Campania e la Sicilia sono la seconda e la terza regione, dopo la Provincia Autonoma di Bolzano, per incidenza dei bambini 0-2 sulla popolazione e presentano alti tassi di povertà minorile e dispersione scolastica. Sempre tra le regioni del Sud, la Puglia è previsto raggiunga il 38,4% della copertura, mentre la Calabria si dovrebbe attestare al 40,3%. In Puglia si stima che la percentuale salga al 38,4%.

Sono alcuni dei dati inediti contenuti nella XV edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio in Italia, dal titolo “Un due tre…stella. I primi anni di vita”, pubblicato oggi da Save the Children. L’Atlante restituisce la fotografia della prima infanzia in un Paese fragile, con profonde disuguaglianze sociali e territoriali, in cui i nuovi nati sono sempre meno e le opportunità, fin dai primi mille giorni di vita, non sono uguali per tutti, dalla salute all’ambiente, ai servizi educativi.

“Abbiamo voluto dedicare questo XV Atlante dell’Infanzia ai bambini più piccoli, nella consapevolezza che i primi mille giorni di vita sono determinanti per la crescita e lo sviluppo di ciascuno. Troppi genitori oggi in Italia affrontano la nascita di un bambino in solitudine, senza poter contare su adeguate reti di sostegno. Il supporto alla prima infanzia è un obiettivo da mettere al centro di tutte le scelte della politica: nel campo della salute come in quello dei servizi educativi; nel contrasto alla povertà così come nella tutela dell’ambiente – ha dichiarato Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children – Con Save the Children siamo impegnati da anni sul territorio al fianco dei genitori e dei loro bambini, in rete con i servizi e le associazioni, e ogni giorno tocchiamo con mano l’importanza di una rete di cura per accompagnare ogni bambino nei suoi primi passi. È necessario salvaguardare e rafforzare questa rete, a partire dai territori più deprivati, con una strategia di lungo periodo, sapendo che quello sulla prima infanzia è l’investimento fondamentale per il presente e per il futuro del nostro Paese”.

L’Atlante verrà presentato martedì 19 novembre a Roma, presso la sede di Save the Children (Piazza San Francesco di Paola, 9), a partire dalle 10. All’evento, moderato dalla giornalista del Tg3 Giorgia Rombolà, interverranno Luca Bianchi (Svimez), Andrea Brandolini (Banca d’Italia), Angelica Carnelos (Enel Cuore Onlus), Monica Castagnetti (pedagogista), Matteo Lepore (Sindaco di Bologna, con un contributo video), Stefania Manetti (Associazione Culturale Pediatri).

“L’Italia è apprezzata nel mondo per i suoi asili nido, ma sconta la drammatica assenza di questi servizi proprio nei territori più svantaggiati – ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice Ricerca di Save the Children – La Legge di Bilancio 2022 ha fissato una soglia minima di copertura del servizio per ogni Comune entro il 2027. Ma ad oggi vi sono molte incertezze sul raggiungimento dell’obiettivo, soprattutto per i bambini del Sud: sia per la costruzione dei nuovi nidi, che per i costi del loro funzionamento, e non da ultimo per la formazione e la messa in servizio del personale educativo. Il PNRR rappresenta un’occasione storica per abbattere le disuguaglianze territoriali che penalizzano il presente e il futuro dei bambini nei loro primi anni di vita. Per questo motivo, chiediamo alla Commissione bicamerale infanzia di fare chiarezza sul sistema educativo zero-sei in termini di obiettivi e finanziamenti e di indicare una vera e propria road map condivisa, senza retromarce e senza lasciare nessun territorio indietro”.

Per contrastare, in ottica preventiva, la povertà educativa dei bambini e delle bambine, Save the Children, da oltre dieci anni, è impegnata nel promuovere opportunità di tipo educativo, di accompagnamento ai servizi pubblici e di supporto alla cura e alla genitorialità, attraverso i programmi Fiocchi in Ospedale, Spazio Mamme e Poli Millegiorni. Si tratta di interventi integrati, destinati a futuri e neogenitori, bambine e bambini, con l’intento di ottimizzare l’offerta dei servizi, facilitare l’accesso delle famiglie, soprattutto quelle più vulnerabili, creando legami di scambio e di fiducia reciproca nelle comunità territoriali.

Nuovo record negativo per la natalità. Nel 2023 in Puglia sono nati 25.554bambini.

Nel 2023 l’Italia ha toccato un nuovo record di denatalità, con solo 379.890 nuovi nati. In Pugliasono stati 25.554.  Nel 2023 in 340 Comuni italiani (tutti con meno di 5mila abitanti) non è nato nessun bambino e in 72 Comuni non ce ne sono sotto i 3 anni[7]. È il Piemonte la regione con il maggior numero di Comuni in cui non ci sono bambini sotto i 3 anni (34), seguita da Lombardia (10 comuni) e Abruzzo (8). In Pugliaè uno solo il comunesenza nuovi nati, Volturara Appula (FG). La Sardegna è la regione con la minore incidenza di bambini da 0 a 2 anni rispetto alla popolazione totale, con l’1,49%, mentre nella Provincia di Bolzano si registra il tasso più alto, con il 2,76%.In Puglia, la percentuale è del 2,01%.

Bambine e bambini sempre più poveri

Sono 1 milione 295mila i minori in povertà assoluta in Italia, con un’incidenza pari al 13,8% del totale. Sono loro i più poveri tra le generazioni, a fronte del 6,2% degli anziani over 65, del 9,4% dei 35-64enni, e dell’11,8% dei 18-34enni. L’incidenza maggiore si registra nella fascia di età compresa tra 4 e 6 anni (14,8%), mentre è del 13,4% da 0 a 3 anni.In Puglia il 26,6% dei minorivive in povertà relativa (rispetto alla media nazionale del 22,2%).

Nel 2023, circa 200mila bambine e bambini tra 0 e 5 anni (8,5% del totale) vivevano in povertà alimentare, ovvero in famiglie che non riescono a garantire almeno un pasto proteico ogni due giorni. Una percentuale cresciuta rispetto al 7,7% del 2021. Oltre la metà risiede al Sud e nelle isole, dove la percentuale sale al 12,9%, contro il 6,7% del Centro e il 6,1% del Nord. Quasi un bambino su dieci (9,7%) della stessa fascia d’età ha sperimentato la povertà energetica, cioè ha vissuto in una casa che non era adeguatamente riscaldata in inverno (16,6% al Sud e nelle isole, 7,3% al Centro e 5,7% al Nord). Anche in questo caso l’incidenza è cresciuta rispetto al 2021, quando era all’8,6%. Queste deprivazioni nei primi anni vita costituiscono per i bambini che le vivono fattori nocivi alla salute e al benessere che si protraggono anche nelle fasi successive della vita e divengono fattori di trasmissione della povertà alle generazioni successive.

…mentre le spese per le famiglie con bambini piccoli aumentano

Pesano sempre di più sui bilanci familiari le spese da sostenere nei primi anni di vita. Da un’analisi realizzata con il Centro Studi di Confindustria, emerge che in 4 anni, dal 2019 al 2023, una spesa indispensabile, come quella per “latte e pappe” ha subìto un aumento a livello nazionale del 19,1%, superiore anche al forte aumento dell’indice generale dei prezzi (16,2%).  A seguire, la crescita più marcata si osserva per i costi dei nidi, pari all’11,3%, incremento legato alla riorganizzazione imposta dalla pandemia e concentrato nel settore privato: per i posti finanziati dai Comuni l’aumento risulta pari all’1,5%.

Inoltre, secondo un’elaborazione del Centro Studi Confindustria e di Save the Children sui dati diffusi da Federconsumatori, tra il 2014 e il 2024, i costi pre-nascita – visite mediche, ecografie, abbigliamento premaman, ecc. – sono cresciuti del 37%, passando dai circa 2.000 euro complessivi del 2014 a oltre 2.740 euro nel 2024. Aumenti significativi anche per le spese indispensabili nel primo anno di vita, in particolare per le famiglie con i redditi medio bassi: dal 2021 al 2024 le spese per i pannolini, ad esempio, sono cresciute dell’11% per quanto riguarda i costi minimi, ovvero per i pannolini meno cari (552 euro annui) e le spese per le creme sono aumentate del 14% per i costi minimi (50,40 euro annui).

L’impatto degli investimenti del Pnrr sugli asili nido in un’analisi condotta insieme a Svimez

Oggi soltanto il 30% delle bambine e dei bambini tra 0 e 2 anni trova posto all’asilo nido, con profondi divari territoriali e variazioni tra regioni che superano i 30 punti percentuali: si va infatti dal 46,5% dell’Umbria, la regione con la copertura attualmente più alta, al 13,2% della Campania e al 13,9% della Sicilia. In Puglia la media della copertura regionale è attualmente del 20,6%.

Insieme a Svimez, Save the Children ha realizzato un’analisi dell’impatto degli investimenti complessivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e del nuovo Piano nidi promosso nell’aprile di quest’anno dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. Dal report emerge che l’investimento consentirà di accrescere la copertura nazionale di oltre dieci punti percentuali, raggiungendo il 41,3%, ma i gap territoriali rimarranno piuttosto ampi. Undici regioni riusciranno a superare il target del 45%: il Molise, con la migliore copertura nazionale al 66% (dall’attuale 22,5%), Umbria (57,1% dal 46,5%), Abruzzo (55,3% dal 28%), Emilia-Romagna (51,1% dal 43,1%), Valle d’Aosta (50,4% dal 43%), Marche (50,2% dal 33,5%), Sardegna (50% dal 35,2%), Toscana (49,2% dal 40,7%), Lazio (46% dal 37,9%), Liguria (45,2% dal 33,8%) e Friuli-Venezia Giulia (45,1% dal 38,3%). Sette regioni raggiungeranno livelli compresi tra il 38% e il 45% di copertura, tra le quali la Puglia al 38,4% (dal 20,6%).Trentino-Alto Adige al 43,6% (dall’attuale 31,6%), Basilicata al 43,4% (dal 22,4%), Lombardia al 41,8% (dal 36%), Veneto al 41,6% (dal 33,8%), Piemonte al 40,7% (dal 32,7%), Calabria al 40,3% (dal 15,7%). Due regioni (Campania e Sicilia), nonostante l’investimento, non riusciranno a raggiungere neanche la copertura del 33%. La Campania è previsto si attesti al 29,6%, la Sicilia al 25,6%.

Secondo lo studio, alle regioni del Sud è andato il 41% delle risorse stanziate. La Puglia, in particolare,ha ricevuto in totale più di 337 milioni di euro (la seconda per entità del finanziamento dopo la Campania) che, se si prende in considerazione il numero di bambini nella fascia 0-2 anni presenti nella regione, corrisponde a più di 4mila euro pro capite.

Nonostante gli investimenti significativi per aumentare l’offerta, dunque, non ultimo lo stanziamento ulteriore di 40,8 milioni annunciato il 4 novembre, gli squilibri territoriali permangono.

Dal punto di vista delle diverse province, in Puglia la copertura più alta dopo gli investimenti del Pnrr si registrerà a Lecce, con il 55% (un incremento di 28 punti rispetto alla percentuale attuale del 26,8%), seguita dalla provincia di Brindisi (45,64% dall’attuale 23,6%), Bari (36,6% dal 21%),Taranto (32,8% dal 19,5%),Foggia (30,6% dall’attuale 16,1%) e BAT (27,7% dal 12,6%).

Un ulteriore aspetto riguarda il finanziamento della gestione dei nuovi posti negli asili nido, un tema fondamentale sia per i Comuni che per le famiglie. Per aiutare i Comuni a sostenere i costi di gestione annuali dei nuovi servizi da attivare – con lo scopo di garantire entro il 2027 al 33% dei bambini di frequentare il nido per conseguire il Livello Essenziale delle Prestazioni fissato dalla Legge di Bilancio 2022 – è stato previsto uno stanziamento ad hoc all’interno del Fondo di Solidarietà Comunale (FSC), con risorse crescenti dal 2022 al 2027, poi confluito nel Fondo Speciale Equità Livello dei Servizi. Il Fondo viene ripartito solo a quei Comuni che hanno un tasso di copertura uguale o inferiore al 28,8%. Nel 2024, su 7904 Comuni, ne sono stati finanziati 5.150, ma di questi ben 1.945 non hanno avviato alcun progetto PNRR per l’attivazione di nuovi posti a titolarità pubblica. Per il 2025 e negli anni a seguire, per fare in modo che il Fondo Equità aiuti davvero i Comuni che hanno deciso di investire sulla prima infanzia, sarà essenziale prevedere un meccanismo di ripartizione che oltre al criterio di copertura del servizio, tenga conto dei posti attivati tramite PNRR, dando ai Comuni che assicurano servizi a titolarità pubblica priorità nell’assegnazione delle risorse per la gestione dei servizi stessi. È necessario infine prevedere fin da subito un piano per la formazione e il reclutamento degli educatori necessari al funzionamento degli asili.

Salute. L’Italia divisa

La sanità neonatale italiana è un’eccellenza, eppure anche in questo ambito emergono delle gravi disuguaglianze. Se ospedali o punti nascita “grandi” (sopra i 1000 parti l’anno), sono dotati in gran parte di reparti di neonatologia e di terapia intensiva neonatale (TIN), in quelli più piccolila presenza di un reparto di neonatologia o di TIN è più sporadica. Dopo la nascita, già dai primi mesi di un bambino, è inoltre importante la disponibilità di posti in terapia intensiva pediatrica. In Italia i posti letto nelle terapie intensive pediatriche[8] erano solo 273 nel 2023, con una carenza del 44,4% rispetto agli standard europei e una distribuzione disuguale sul territorio: al centro ce ne sono 90, a fronte di un fabbisogno di 92e con una carenza del 2,2% rispetto agli standard europei (al Nord sono 128 posti letto per un fabbisogno di 222 e registrando una carenza del 42,3%, mentre al Sud e nelle Isole sono 55 ma ne servirebbero 168, con una carenza del 67,3%Tra le regioni che hanno posti letto in terapie intensive pediatriche, la Puglia è quella con la minore disponibilità (4).

I pediatri, che rappresentano un punto di riferimento indispensabile per i bambini e le famiglie, sono troppo pochi. Nel 2022, ultimo anno per il quale il Ministero della Salute fornisce un dato ufficiale[9], il carico medio potenziale per pediatra (cioè il numero di bambini e bambine residenti nell’area in cui opera un medico pediatra) è a livello nazionale di 993 bambini – con un’ampia variabilità territoriale (da un valore di 863 bambini per pediatra in Toscana a 1.281 bambini per pediatra nella Regione Piemonte. In Puglia il valore era di 879, al di sotto della media nazionale.

Anche i dati relativi alla gravidanza e ai parti mostrano differenze significative tra i territori. A livello nazionale, l’89% dei parti è avvenuto negli Istituti di cura pubblici ed equiparati[10], il 10,8% nelle case di cura private accreditate, e lo 0,15% altrove (altra struttura di assistenza, domicilio, ecc.). Tuttavia, nelle regioni in cui è rilevante la presenza di strutture private accreditate, le percentuali sono quasi invertite: ad esempio, in Campania solo il 56,4% delle donne partorisce in una struttura pubblica contro il 43,6% che si rivolge al privato accreditato. In Puglia la percentuale di parti nelle strutture pubbliche è del 93,1%

I luoghi che contano. Città sempre più bollenti: a luglio 349mila bambini colpiti da temperature pari o superiori ai 40°. Pochi spazi verdi e biblioteche dedicate ai più piccoli

Non è facile per una bambina o un bambino muovere i primi passi nelle nostre città, in particolare nelle aree più periferiche e svantaggiate, tra aree verdi che scarseggiano mentre le temperature aumentano in maniera esponenziale a causa della crisi climatica e gli spazi pubblici disponibili e fruibili, come le biblioteche, sono pochi.Le aree urbane sono maggiormente colpite dall’aumento delle temperature cui stiamo assistendo negli ultimi anni, e i bambini sono i più vulnerabili, per via dell’immaturità del meccanismo di termoregolazione, per la minore superficie corporea e per l’incapacità di capire quando l’organismo necessiti di acqua. A luglio di quest’anno, 349mila bambini, ovvero il 93,7% delle bambine e dei bambini tra 0 e 5 anni che vivono nei capoluoghi di regione e nelle città metropolitane italiane, sono stati esposti a temperature al suolo medie pari o superiori ai 40 gradi[11]. In particolare, nella città diBariil 98,8% dei bambini tra 0 e 5 anni è stato esposto a temperature al suolo medie pari o superiori ai 40 gradi, cioè10.392 bambini.

Per quanto riguarda il verde negli oltre 100 capoluoghi di provincia, l’estensione delle aree verdi urbane copre appena il 2,9% dei territori comunali[12], pari a 32,8 m² pro capite, con marcate differenze territoriali e un primato che va al Nord-Est (62,3 m2 pro-capite), grazie alle elevate dotazioni di Trento e Bolzano. In Puglia, è Bari il capoluogo con la maggiore estensione di aree verdi (2,57%), seguita da Taranto (1,46%), Lecce (0,39%), Brindisi (0,32%), Trani (0,29%), Foggia (0,27%), Barletta (0,24%) e Andria con solo lo 0,17%.Ma il verde attrezzato, ovvero i giardinetti e i piccoli parchi con aree giochi, rappresenta solo una fetta piccolissima di tutto il verde urbano, pari al 10,9% nei capoluoghi di provincia esaminati e, anche in questo caso, con evidenti differenze territoriali: più presente nelle città metropolitane (15,4%) e meno negli altri capoluoghi di provincia (8,8%), più al Centro (15,7%) e molto meno nel Mezzogiorno (6,7%). In Puglia, è Bari la città con la percentuale più elevata di verde attrezzato (31,02%), seguita da Andria (15,11%), Trani (12,46%), Foggia (10,08%), Brindisi (6,76%), Taranto (2,98%), Barletta (2,50%) e infine Lecce con 1,44%.

Un altro spazio fondamentale per la crescita di bambine e bambini in città sono le biblioteche con spazi dedicata ai più piccoli.

Nel 2022, delle 8.131 biblioteche presenti sul territorio nazionale, quasi otto su 10 (77%) sono di pubblica lettura. Di queste ultime, il 58,8% ha uno spazio dedicato ai bambini da 0 a 6 anni[13]. In cima alla classifica svetta Trento, con il 96% delle biblioteche di pubblica lettura che destina spazi attrezzati ai bambini 0-6 anni. Seguono Val d’Aosta (82,7%), Emilia-Romagna (75%), Veneto (74,9%) e Lombardia (74,1%). In Puglia la percentuale è del 44,5%.


[1] Istat, Natalità e fecondità della popolazione residente, 2023

[2]Istat, La povertà in Italia, 2023

[3]Elaborazione Istat per Save the Children

[4]Elaborazione Centro Studi Confindustria su dati Istat per Save the Children

[5] Anno 2022-2023 Fonte: Istat

[6] Elaborazione Save the Children su dati Istat, MIM e Regis

[7] Elaborazione IFEL per Save the Children, anno 2023

[8] Minardi C. et al. Shortage of paediatric intensive care unit beds in Italy, The Lancet vol 402 (10412) p. 1525, 2023

[9] Anno 2022, Fonte: Ministero della Salute

[10] Anno 2022, Fonte: Ministero della Salute

[11] Elaborazione Istat per Save the Childrensu dati rilevati giornalmente dal satellite del progetto europeo Copernicus

[12] Anno 2022, Fonte: Istat

[13] Elaborazione Istat per Save the Children

Previsione meteo per giovedì 14 novembre

Cieli coperti con deboli piogge per l’intera giornata.

Temperature stazionarie.

Venti deboli con mari poco mossi.

Demografia in Puglia, si allunga ancora la speranza di vita (da 81,1 anni a 82,8)

Negativi, invece, tutti gli altri trend: natalità, mortalità, fecondità, ma non solo
L’età media della popolazione sale a 46,3 anni
L’età media al parto delle donne pugliesi sale da 30,4 anni a 32,5

Si è allungata la speranza di vita dei pugliesi che arriva a 80,9 anni per gli uomini e 84,9 anni per le donne (per una media di 82,8 anni). Vent’anni fa, si fermava a 78,6 anni per gli uomini e 83,7 anni per le donne (per una media di 81,1 anni).

«È probabilmente solo questo il dato positivo –spiega il data analystDavide Stasi – Dicontrocene sonotanti altri negativi, a partire dal fatto che in Italia la speranza di vitaarriva, mediamente, a 83,1anni. Inoltre, si fannomeno figli ed aumentano gli anziani ormai sempre più soli. Negliultimi vent’anni, infatti, è raddoppiato in Puglia l’indice di vecchiaia (da 102,3 a 201,1). Quest’ultimo si ottiene come rapporto tra la popolazione over 65e i minori di età inferiore ai 14 anni».

L’OsservatorioEconomicoAforisma ha elaborato i principali indicatori statistici finalizzati allo studio delle tendenze demografichea livello territoriale, ovvero delle sei province pugliesi, nonché le medie regionali e nazionali (su dati Istat).

«In sintesi – prosegue Stasi – perlo studio della fecondità vengono calcolati il tasso di natalità e il numero medio di figli per donna; per i comportamenti migratori vengono calcolati i trasferimenti di residenza in Italia e all’estero; per la mortalità vengono calcolati i decessi e le speranze di vita alla nascita e a 65 anni. Infine, per avere una fotografia della struttura della popolazione vengono calcolati i principali indicatori strutturali (indice di dipendenza strutturale, indice di dipendenza anziani, indice di vecchiaia, età media della popolazione)».

In particolare, il tasso di natalità che è il rapporto tra il numero dei natie la popolazione residente è sceso da 10 a 6,6, ovvero ogni mille abitanti ci sono 6,6 nuovi nati contro i 10 di vent’anni fa.

Il tasso di mortalità che è il rapporto tra il numero dei decessi e la popolazione residente è salito da 7,7 a 11, ovvero ogni mille abitanti ci sono 11 decessi contro i 7,7 di vent’anni fa.

Negativo anche il saldo migratorio totale, ovvero la differenza tra il numero degli iscritti ed il numero dei cancellati dai registri anagrafici per trasferimento di residenza.

Ne conseguono perciò valori fortemente negativi per il tasso di crescita naturale, ovvero la differenza tra il tasso di natalità e il tasso di mortalità, e per il tasso di crescita totale, ovvero la somma del tasso di crescita naturale e del tasso migratorio totale.

Il tasso di nuzialità che è il rapporto tra il numero di matrimoni celebratie la popolazione residente è sceso da 4,7 a 3,4, ovvero ogni mille abitanti si celebrano 4,7 matrimoni contro i 3,4 di vent’anni fa.

Parallelamente è salita l’età media al parto: da 30,4 a 32,5 anni. L’età media della popolazione pugliese è salita di 6,4 anni negli ultimi vent’anni. Dai 39,9 anni del 2004 ai 46,3 di quest’anno.

Segue l’elenco di tutti gli indicatori presi in esame

Natalità (tasso o quoziente di): rapporto tra il numero dei nati vivi dell’anno e l’ammontare medio della popolazione residente, moltiplicato per 1.000.

Mortalità (tasso di): rapporto tra il numero dei decessi nell’anno e l’ammontare medio della popolazione residente, moltiplicato per 1.000.

Nuzialità (tasso di): rapporto tra il numero di matrimoni celebrati nell’anno e l’ammontare medio della popolazione residente, moltiplicato per 1.000.

Saldo migratorio interno: differenza tra il numero degli iscritti per trasferimento di residenza da altro Comune e il numero dei cancellati per trasferimento di residenza in altro Comune.

Saldo migratorio con l’estero: differenza tra il numero degli iscritti per trasferimento di residenza dall’estero ed il numero dei cancellati per trasferimento di residenza all’estero.

Saldo migratorio totale: differenza tra il numero degli iscritti ed il numero dei cancellati dai registri anagrafici per trasferimento di residenza.

Crescita naturale (tasso di): differenza tra il tasso di natalità e il tasso di mortalità.

Crescita totale (tasso di): somma del tasso di crescita naturale e del tasso migratorio totale.

Tasso di fecondità totale (o numero medio di figli per donna): somma dei quozienti specifici di fecondità calcolati rapportando, per ogni età feconda (15-50 anni), il numero di nati vivi all’ammontare medio annuo della popolazione femminile.

Età media al parto: l’età media al parto delle madri espressa in anni e decimi di anno, calcolata considerando i soli nati vivi.

Speranza di vita alla nascita (o vita media): numero medio di anni che restano da vivere a un neonato.

Struttura della popolazione (percentuale di popolazione per le seguenti classi di età: 0-14, 15-64, 65 e più)

Indicatori di struttura (indice di dipendenza strutturale, indice di dipendenza anziani, indice di vecchiaia, età media della popolazione) che considera le seguenti variabili:

  • Dipendenza strutturale (indice di): rapporto tra popolazione in età non attiva (0-14 anni e 65 anni e più) e popolazione in età attiva (15-64 anni), moltiplicato per 100
  • Dipendenza anziani (indice di): rapporto tra popolazione di 65 anni e più e popolazione in età attiva (15-64 anni), moltiplicato per 100.
  • Vecchiaia (indice di): rapporto tra popolazione di 65 anni e più e popolazione di età 0-14 anni, moltiplicato per 100
  • Età media: età media della popolazione detenuta a una certa data espressa in anni e decimi di anno; da non confondere con vita media.

28° giornata nazionale della colletta alimentare, un gesto da vivere. E rivivere.

Torna sabato 16 novembre, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, l’appuntamento con la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, l’iniziativa promossa dalla Fondazione Banco Alimentare durante la quale si potranno acquistare alimenti non deperibili da donare alle persone in difficoltà, aiutate dalle organizzazioni partner territoriali convenzionate con le 21 sedi Banco Alimentare regionali. In un periodo di scarsa disponibilità di cibo da distribuire e di crescita della domanda, la Colletta Alimentare diventa ancora più attesa e preziosa per chi vive in difficoltà.

In più di 11.600 supermercati in tutta Italia, oltre 150.000 volontari di Banco Alimentare, riconoscibili dalla pettorina arancione, inviteranno ad acquistareprodotti a lunga conservazione comeolio, verdure e legumi in scatola, conserve di pomodoro,tonnoe carnein scatola ealimenti per l’infanzia.Tutti gli alimenti donati saranno poi distribuiti a oltre7.600 organizzazioni partner territoriali convenzionate con Banco Alimentare (mense per i poveri, case-famiglia, comunità per i minori, centri d’ascolto, unità di strada, etc..) che sostengono oltre 1.790.000 persone.

Sul territorio il Banco Alimentare della Daunia coordinerà, come sempre, la Colletta Alimentare coinvolgendo numerosi volontari che saranno presenti nei supermercati della provincia di Foggia e non solo.Tutti gli alimenti donati saranno poi distribuiti alle 133organizzazionipartnerterritoriali convenzionate con Banco Alimentare della Daunia (mense per i poveri, case-famiglia, comunità per i minori, centri d’ascolto, unità di strada, etc..) che sostengono oltre 23.000 persone.

“La Colletta Alimentare è una proposta che Banco fa a tutti, in qualsiasi condizione si trovino, per poter fare l’esperienza del cuore che quando offre è più contento, quando si svuota diventa più pieno perché la carità è legge dell’esistenza. È l’occasione di rendersi conto che anche nella società più giusta, senza fame, senza poveri, perfetta, c’è sempre bisogno di un uomo che guarda un altro uomo con uno sguardo di carità, uno sguardo alla persona e non al bisogno particolare. Perché il bisogno particolare può unirci per un momento, la ricerca del senso della vita ci può rendere ‘compagni di Banco’ per sempre”, afferma Stefania Menduno, presidente di Banco Alimentare della Daunia.

Dal 16 al 30 novembre sarà possibile donare la spesa anche online su alcune piattaforme dedicate: per conoscere le varie modalità di acquisto dei prodotti e i punti vendita aderenti all’iniziativa è possibile consultare il sito colletta.bancoalimentare.it.

La Colletta Alimentare, gesto con il quale la Fondazione Banco Alimentare aderisce alla Giornata Mondiale dei Poveri 2024indetta da Papa Francesco, è resa possibile grazie alla collaborazionecon laFederazione Nazionale ItalianaSocietà di San Vincenzo De Paoli ODV,la CdoOpere Sociali,l’Esercito, l’Aeronautica Militare, l’Associazione Nazionale Alpini, l’Associazione Nazionale Bersaglieri, e il Lions Club International.

Previsione meteo per mercoledì 13 novembre

Cieli prevalentemente nuvolosi con piogge pomeridiane localmente anche a carattere temporalesco.

Temperature stazionarie.

Venti deboli con mari mossi.

Immigrati stagionali: la replica della vice sindaca Dibisceglia

“L’apprezzamento e la gratitudine che si devono alla Caritas, così come il rispetto che si deve alle gerarchie ecclesiastiche non possono esimermi dal dovere di rendere alla comunità cerignolana una più esatta ricostruzione dell’impegno profuso dall’Amministrazione comunale nella gestione dei problemi determinati dall’arrivo dei lavoratori stagionali”.

Lo afferma la vice sindaca e assessora alle Politiche sociali Maria Dibisceglia che ribadisce la “solidarietà a don Ignazio Pedone, per l’aggressione subìta, e alla comunità parrocchiale, per il sostegno alle attività degli operatori che assistono i migranti”.

Proprio la parrocchia del Buon Consiglio “è stata individuata come luogo di distribuzione dei pasti – continua Dibisceglia – perché ritenuta più funzionale all’organizzazione delle attività, come il direttore regionale della Caritas sa bene per aver partecipato a tale decisione, oltre che per alleggerire l’impatto sociale dell’accresciuto numero di stagionali nella storica area del Piano delle Fosse”.

Nel mentre, abbiamo coinvolto i servizi comunali che si occupano del fenomeno migratorio per il servizio di affiancamento alla Caritas nel momento della distribuzione dei pasti. La successiva indisponibilità di don Pasquale Cotugno allo spostamento degli operatori della Caritas da Piano San Rocco a Buon Consiglio ha portato l’Amministrazione ad “attivare un servizio di operatori di strada direttamente sul posto”.

Quanto, infine, a “la proposta di installare cucine, docce, bagni chimici e quant’altro nel pressi della tendopoli di via Pavone, avanzata dalla Caritas, è opportuno ribadire quanto già detto in ogni incontro con don Pasquale Cotugno: il Comune non può occupare un suolo privato e installare attrezzature a proprio piacimento dove meglio ritiene opportuno farlo, né, tantomeno, può installare bagni chimici sul Piano delle Fosse”.

“Addossare all’Amministrazione comunale la gestione di un fenomeno epocale come le migrazioni interne al nostro Paese connesse alle raccolte stagionali denota un punto di vista miope. In un mondo ideale, nel mondo ideale che io per prima vorrei, i lavoratori stagionali sarebbero accolti in strutture idonee e non dovrebbero accamparsi in tende e baracche di cartone, e queste strutture idonee sarebbero dotate di tutti i servizi necessari a soddisfare il loro legittimo bisogno di ristoro e socialità. Solo pensare che tutto ciò possa essere realizzato dal Comune di Cerignola, come da un qualunque altro Comune d’Italia, è una follia, ancor più grave se ci aggiungiamo la richiesta di gestione dell’ordine pubblico e della sicurezza, competenze esclusive dello Stato esercitate per il tramite delle Forze dell’Ordine, con cui collaboriamo attivamente e a cui rivolgiamo il nostro ringraziamento.

Questa è la realtà, non altre, e sulla base di questa realtà noi amministratori ci impegniamo a svolgere al meglio il nostro compito e ad utilizzare con la maggiore efficienza possibile i pochi fondi a nostra disposizione.

Il direttore regionale della Caritas può continuare a polemizzare con l’Amministrazione comunale e altrettanto possono fare i consiglieri comunali di minoranza – conclude la vice sindaca Maria Dibisceglia – oppure possono, l’uno e gli altri, applicare la loro onestà intellettuale e la loro responsabilità sociale e istituzionale alla ricerca di soluzioni emergenziali per contenere gli effetti di un’emergenza che nessuno di noi ha provocato e nessuno di noi vorrebbe si replicasse anno dopo anno”.

Foggia capitale della pace

Venerdì 15 novembre conferenza stampa con Nina Kramareva, Primo segretario della Commissione Nazionale Unesco dell’Ucraina e numerosi rappresentanti istituzionali ucraini. Si sottoscriveranno anche degli accordo tra l’Università delle Dogane e delle Finanze di Dnipro e l’Università di Foggia ed alcuni comuni del territorio con quelli ucraini.

Il 15 novembre partirà da Foggia un messaggio importante di pace, di fratellanza, affinché al più presto possa cessare definitivamente la guerra in Ucraina. Giungerà in Puglia una delegazione di rappresentanti istituzionali e religiose per incontrare una comunità che è stata tra le prime in Europa ad attivare un corridoio umanitario portando in Capitanata già, nelle ore successive all’inizio della guerra, centinaia di persone che sono state accolte in tanti comuni del territorio. E questo messaggio di pace verrà lanciato proprio da Palazzo Dogana, sede della Provincia di Foggia, eletto dall’Unesco a “Monumento messaggero della Cultura di Pace”. Alle ore 11.00 si terrà nel Salone del Tribunale una conferenza stampa che rinsalderà un legame tra le comunità culturali e istituzionali ucraine con quelle italiane ed in particolar modo della provincia di Foggia. Ad aprire l’incontro sarà Nina Kramareva, Primo segretario della Commissione Nazionale Unesco dell’Ucraina, che si augura di tornare tra 1 anno a Foggia per festeggiare la fine della guerra istituendo il 15 novembre come giornata simbolo di rinascita per il popolo ucraino ed il suo legame con quello italiano. Seguirà l’intervento di saluto di Billa Consiglio, Presidente Club per l’Unesco di Foggia.

Subito dopo si procederà, alla presenza del Presidente della Provincia di Foggia Giuseppe Nobiletti, alla sottoscrizione dell’accordo tra l’Università delle Dogane e delle Finanze di Dnipro (rappresentata da Viktor Chentsov, Capo del Consiglio Accademico)  e l’Università degli Studi di Foggia alla presenza della delegata alle Relazioni Internazionali di Unifg Maria Antonietta Fiore. Seguiranno gli interventi del Sindaco di Roseto Valfortore Lucilla Parisi (che consoliderà il rapporto culturale con Pietrikivca con la sottoscrizione di un memorandum) e del Sindaco di Peschici Luigi D’Arienzo che, con il primo cittadino di Marhanets, Hennady Borovik, daranno vita ad un patto di fratellanza, simbolo di vicinanza tra le comunità.
Dopo l’incontro la delegazione, arricchita dalla presenza dei deputati Anatolii Kolomoiets (Capo del Dipartimento per l’assistenza sanitaria, politica sociale e s

iluppo dell’istruzione) e Tetiana Chabanova (Consigliere del Capo del Consiglio regionale di Dnipro), insieme a Oksana Salohub (vice direttore del Dipartimento di politica umanitaria del Comune di Dnipro), si sposterà nella sala del Consiglio Comunale di Palazzo di Città di Foggia per incontrare la Sindaca Episcopo, la Presidente del Consiglio Comunale Azzarone ed altri rappresentanti istituzionali. A seguire il gruppo si trasferirà in Cattedrale dove il vescovo Zinkevych Oleg, reggente della chiesa Ortodossa nella regione di Dnipro in Ucraina, incontrerà una delegazione della Curia locale. La mattina si concluderà con la visita alla Fondazione Enac Puglia per incontrare gli studenti che stanno facendo un percorso formativo in ambito alimentare. Tutte le iniziative sono coordinate dall’associazione U.C.M. Italy che opera da anni in Ucraina per formare gli studenti, rappresentate dal suo presidente Paolo Brescia che ha annunciato di voler organizzare dei corsi di formazione gratuiti in Ucraina per i reduci di guerra. La delegazione resterà in Capitanata fino al 17 novembre per una serie di altri incontri istituzionali facendo tappa a Monte Sant’Angelo, Peschici e Roseto Valfortore.
La presenza di così tanti esponenti del mondo culturale ed istituzionale dell’Ucraina ha come obiettivo quello di mettere a confronto le culture popolari dei due Paesi, che sono sostenuti dai valori dell’Unesco per la cooperazione tra i popoli e la pace  nel mondo. 

Per “creare processi d’inclusione” con don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana

Si svolgerà martedì, 19 novembre 2024, a partire dalle ore 19,nel salone “Giovanni Paolo II” della Curia Vescovile di Cerignola, l’incontro dal titolo “Creare processi d’inclusione”. L’iniziativa, organizzata dalla Caritas Diocesana e finalizzata ad analizzare la difficile situazione di criminalità minorile che il nostro territorio vive nonché a presentare il progetto “La Fabbrica di Charlie”, si inserisce all’interno di un percorso in materia di giustizia e inclusione che la Caritas, ormai da anni, svolge nel nostro territorio in collaborazione con l’USSM (Ufficio Servizi Sociali Minori) di Bari e con l’ULEPE (Ufficio Locale di Esecuzione Penale Esterna) di Foggia.

All’incontro, dopo i saluti del vescovo Fabio Ciollaro, del sindaco dott. Francesco Bonito, dell’assessore alle Politiche Sociali avv. Maria Dibisceglia, interverranno ladott.ssa Angela Gismondi, direttore USSM Bari; don Pasquale Cotugno, direttore della Caritas Diocesana;don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana;il dott. Gaetano Panunzio, presidente della Cooperativa Sociale “Charlie fa Surf”.

L’iniziativa costituirà l’occasione per presentare il nuovo progetto Caritas, realizzato con i fondi dell’8×1000, “La fabbrica di Charlie”, che prevede, in collaborazione con “Bramo” di Tommaso Perrucci, la realizzazione di una fabbrica di caramelle allo scopo di favorire l’inserimento lavorativo di minori e adulti in condizione di fragilità.

“L’inclusione è un processo lungo, faticoso ma fondamentale – dichiara don Cotugno – in cui è necessaria la sinergia di tanti soggetti. Centrale in questo processo è il ruolo della comunità, ecclesiale e civile, che deve saper conoscere, accogliere e integrare i diversi soggetti che vivono situazioni di marginalità e di esclusione sociale. Una comunità che esclude o che tutela solo una parte di essa è una comunità che moltiplica le povertà e non dà possibilità alla speranza”.

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Previsione meteo per lunedì 4 aprile

Cieli irregolarmente nuvolosi con residue piogge pomeridiane. Temperature in lieve rialzo. Venti deboli con mari poco mossi.

Bollettino epidemiologico della città di Cerignola 28/03/2020

Il Centro Operativo Comunale di Protezione Civile per l'emergenza COVID-19 ha comunicato i dati di Cerignola alle ore 17.00: Totale ...